Come posso non pensare a te
quando la tempesta sferza l'isola
e la tua voce di tuono irrompe e spaura?
Sotto la luce dei fulmini
corro
da Elafonissi a Fragokastelo
invocando il tuo nome
col peplo che mi frusta la pelle
e i piedi scalzi
io, Europa, la regina di Creta
col volto rigato di lacrime
Oh, Zeus dove sei?
Dov'è il tuo amore indecente e candido
dov'è la sfrenata passione dei sensi
dove sono le risate di gola
lo sguardo serio della libidine
i nostri giochi infiniti?
T'invoco Zeus, ma non come dio padre
t'invoco come amante, amore, amato
il toro bianco che m'ha rapita
l'aquila che m'ha posseduta
il padre dei miei figli
Oh tu, splendente, potentissimo tra gli dei
figlio di Crono e di Rea
tu che sconfiggesti i Titani
e salvasti i tuoi fratelli squarciando
il ventre di tuo padre
tu, che regni sugli Olimpi e sugli umani
tu che punisci e grazi
tu che mi volesti
dove sei?
Batto i pugni sulla sabbia
mentre la tempesta s'allontana
e piango ancora
- Blog di Franca Figliolini
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