Scritto da © voceperduta - Gio, 26/03/2015 - 01:31
Là, dove la fronte recisa
inalba il suo spento colore,
io soffio crinali di gerbere,
per tendere un braccio
a sepolcri di sillabe.
Nel lume esitante
non vedo schiarite;
il fumo dei passi
sbiadisce ogni muro,
un tralcio di croce
rinnova sentenze.
Il vento ha già scosso
quei rami sull'ebano;
foglie stipate in alveoli
d'argento, schiudono l'urto
ai battenti alle porte.
(A mio padre.)
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