Scritto da © voceperduta - Mer, 26/03/2014 - 11:13
Ti ho trascritta senza alcuna
memoria, negli angoli compressi
di una notte sfaticata.
Sei stato il primo, dinamico soffio
di marea concitata, che rifrange
le gardenie scottate da ardue parole.
Per distratti mausolei ci siamo
attardati, giocando al rimbalzo di
rime, nella balbuzie di strofe
incartate da una timida resa.
Ti sei ammalata, un giorno, mentre
scuotevi il tuo pugno nella morsa di
copertine in ristampa, abbandonando
ogni inno discinto sul sentiero della
rinascita.
Oggi che sei supina,-gli ultimi fremiti
di abbandono interposti fra te e le glorie
di Mnemosine- mi chiedi se il manifesto
candore di quella nuvola c'è sempre stato,
o se solo sopravvive nel riflesso dei
tuoi occhi afoni.
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