Scritto da © voceperduta - Gio, 13/03/2014 - 13:29
Getto un'ombra sul foglio
e tossisco parole accidentate,
figlie delle ripicche, dei consueti
rincari di una noia ancora acerba.
Che poi...basterebbe scendere
dal predellino, dimenticarsi
delle tenere rivolte di Calibano*,
ignorare la cimice che dalla
pelle di Prisypkin proprio non si
ritira.
Inglobarsi così, alla Gattaca
moderna in cui anche l'alito
possiede la sua suoneria,
appoggiare il sempiterno partito
del Grande Fratello,
sperando che dall'utero di una
Jillian asservita, non esca un alieno
che chieda, per prima cosa, a quanto
ammonta il prezzo del nuovo I-Pod.
Sarebbe semplice, dico; accomiatare
i quaderni stridenti in un pozzo
vegeto d'ignoranza , e fare così
Cento Passi all'indietro,
ritrovarmi Piccolo Piccolo
come un Borghese, nella mutila
rete di pretese annientate.
Eppure... guardo ancora dalla finestra
come un poeta ignorante, che riporta
le righe e i frammenti dei grandi nomi,
invocando la sua poesia per qualcuno.
*Ogni riferimento filmico, teatrale e letterario, è pienamente voluto.
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