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Come freccia obliata

 
 
 
Donami un senso,
 
una curvatura svelata,
 
affinché in un angolo del
 
mondo, io mi possa raccontare,
 
come dentro a una culla
 
convessa, o sul margine di
 
un pozzo senza chiusure.
 
 
 
Ho detestato certi venti che
 
punzecchiano le traiettorie,
 
dominandone l'impennata sino
 
a costringere la freccia a una
 
fuga tra le resine.
 
 
Quei profili di cacciatori che hanno
 
il peso della terra schiacciato in viso,
 
che per questo continuano a discutere
 
sui lanci, come se uncinando un bersaglio,
 
potessero giustificare in fretta la loro
 
presenza.
 
 
L'Arciere è sempre in alto,
 
non corrompe l'aria con la scocca
 
di interventi prodigiosi; ha l'acume
 
delle aquile rocciose che si sfregano
 
le ali dopo ogni tiro mancato.
 
 
A che serve cercarlo e colpirlo, se poi
 
nella loro ricaduta, le frecce continueranno
 
a stare sole, in un silenzioso bilico?
 
 

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