Scritto da © voceperduta - Gio, 03/07/2014 - 13:08
Donami un senso,
una curvatura svelata,
affinché in un angolo del
mondo, io mi possa raccontare,
come dentro a una culla
convessa, o sul margine di
un pozzo senza chiusure.
Ho detestato certi venti che
punzecchiano le traiettorie,
dominandone l'impennata sino
a costringere la freccia a una
fuga tra le resine.
Quei profili di cacciatori che hanno
il peso della terra schiacciato in viso,
che per questo continuano a discutere
sui lanci, come se uncinando un bersaglio,
potessero giustificare in fretta la loro
presenza.
L'Arciere è sempre in alto,
non corrompe l'aria con la scocca
di interventi prodigiosi; ha l'acume
delle aquile rocciose che si sfregano
le ali dopo ogni tiro mancato.
A che serve cercarlo e colpirlo, se poi
nella loro ricaduta, le frecce continueranno
a stare sole, in un silenzioso bilico?
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