Scritto da © ferdigiordano - Ven, 01/06/2012 - 09:33
Certo, amico, vorrei viaggiare; ugualmente
ho paura del metallo spinto
nell’aria dal calcolo indescrivibile.
Restano i vascelli. Altro metallo supponente.
Da come si regge quell’anfora di vetro
a babordo della mezzaluna,
e la mezzaluna stessa,
l’avventura matura equilibrio
solo nei colossi, ed è lenta.
Ma se potessi frequentare
le vene della terra, mi sposterei
di città in città, farei la fila al binario,
il ticket come una talpa estroversa.
Il sangue liberato dalla mappatura
di pesci ed uccelli inconcludenti.
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