Scritto da © Manuela Verbasi - Lun, 15/03/2010 - 11:04
Amare.
Mi assassina il secondo giorno muto, spengo le ore, vado a tentoni bendata, non vedo i colori, non sento. Ho pensieri verde scuro, così come le foglie delle fragole abbandonate sul piattino. Spero in un pensiero fruttato che rimbocchi le mie federe di dolcezze. E mi concentro sui sorrisi degli altri.
Reagire.
Non morire.
Amare.
All'infinito.
Disegno giardini e creo accordi rossorosarosso, gomma pane sulle malinconie, sui lividi invisibili da fuori.
Le tue mani sono calde, le ho sul viso e sui fianchi. Le ho e tanto basta.
Cos'ha il tuo cuore ch'esplode in scintille, ed ognuna mi arriva e m'accende? Cos'hai tu che rallenti di sorrisi, quest'ansia soffocante?
Rilanci di parole del tardo pomeriggio, il vocio, il cinguettare, il corteggiamento.
Cotoni le nuvole,
fammele vedere coi tuoi occhi.
Ponile appena sotto i nostri passi.
Dimmele.
fammele vedere coi tuoi occhi.
Ponile appena sotto i nostri passi.
Dimmele.
Le stesse parole, galleggiano su tutte le altre, fanno il giro ed atterrano impavide. Te le devo dire. Te le voglio dire.
Amore mio, mio unico
Amore.
Manuela
opera di Schiele
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