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Venezia - ©Gaetano Barbella

 
Venezia mi è sempre sfuggita, chissà riaffiorava in essa il passato remoto quando chi della terra ferma vi si rifugiava per sfuggire alle scorrerie barbare.
Questi sono gli antenati dei veneziani d’oggi che per questa condizione erano definiti dei “fuggiaschi”. Forse proprio per la tipicità di Venezia lagunare, sospesa fra cielo e acqua, la vedo come in bilico quasi a far riaffiorare un misterioso stato di “fuggiasco” attraverso le pietre, memorie dei suoi abitatori antichi.
Che dire di oggi?
Finché resta il suo “giardino”, oggi dell’Hotel Boscolo Dei Dogi, lì tra la stazione e il Ponte di Rialto, che è stato convento ed ha ospitato l’Ambasciata di Francia e il Savoia Embassy, Venezia pulsa di vita simile alle altre di terra ferma.
Oggi il Boscolo Dei Dogi è l’unico hotel veneziano con un’area verde privata di oltre 3.000 metri quadri. Vita che proviene dalla miglior società “straniera” che vi soggiorna.
Altra peculiarità degna di nota è la storia quasi leggendaria di come fu possibile far giungere nell’828 il corpo dell’Evangelista Marco nella cappella del Palazzo ducale, già sorto nell’isola di Rialto.
Secondo la leggenda, due mercanti, Tribuno e Rustico, capitarono in Alessandria d’Egitto nel momento in cui il Califfo faceva saccheggiare la chiesa cristiana dove era conservato il corpo di San Marco (martirizzato nel 68). Temendo che il sacro corpo venisse profanato, i due mercanti lo trafugarono, trasportandolo sulla loro nave, in un cassone di legno ricoperto di quarti di maiale. I veneziani gli diedero poi onorata sepoltura nella prima basilica di San Marco e lo elessero loro patrono.
Questo evento accrebbe il prestigio di Venezia, non solo come capitale ducale, ma come sede religiosa e comportò in seguito il trasferimento della sede patriarcale.
 Gaetano  Barbella
 
 

da un caro amico dim Internet  Maria

 

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