Scritto da © Untel - Sab, 24/11/2012 - 12:19
Ma chi se ne frega,
ci resti sempre male, ma non prendertela per ogni cosa,
anche se fumo in macchina e non ho dimestichezza con la tua sensibilità
anche se la tastiera del pc è consumata e il posacenere di cristallo
non riluce più con i suoi pensieri.
Anche se non ricordi i film di John Hurt
e hai perso la mia traduzione dallo spagnolo.
Non restarci male neanche se ho comprato una scarpiera d’acciaio per mettere le mie mille scarpe,
con la premura di lasciarne un paio sotto il letto
e fingere d’essere il mio amante.
Siamo felici perché dopo una lite hai preso un taxi per parlare all’autista
e questo autunno hai alitato sui surgelati.
Io lo sono perché oggi hai spento la tv sulla Palestina
e la tua pazienza è scivolata sui volantini dei centri commerciali
strappati ai denti della cassetta postale.
E’ più ingorda di tasse da quando viviamo insieme.
Stai consumando le ore, ma mi costringi a far finta di vedere al buio
e la mattina arriva quando ho sonno.
Renditi conto che non si può essere più felici, dammi retta,
non devi più andare all’ufficio dei cambi,
non devi più prestare niente a nessuno.
Mettiamola così, io ti compro una bambola di pezza, di quelle che ti piacciono,
con i capelli rossi e lentiggini perché t’assomiglia,
in cambio mi lasci andare un po’ sulla luna, sai
ho ancora l’idea di aprire quel motel.
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