Si parla di una storia vera, dove un bambino ebreo, sulla porta di un café, al Marais, sta guardando una donna seduta due tavoli più in là, che scrive su di un piccolo carnet.
“Scusate” le dice il bambino“che cosa scrivete, una favola o una poesia?
“No” risponde lei, “Scrivo una storia”
“Una storia che immaginate?”
“No” fa lei con un sorriso accennato “Una storia vera”
“E se posso sapere, di che parla?”
“Te lo dico se mi dici come ti chiami”
“Mi chiamo Copin Colla”
“Allora te lo dico, Copin Colla” sussurra la donna, amorevolmente.
“Parla di un bambino ebreo sulla porta di un café, al Marais, che sta guardando una donna seduta due tavoli più in là, che scrive su di un piccolo carnet. Poi lui le chiede se stesse scrivendo una favola o una poesia e..:
“No” risponde lei, “Scrivo una storia”
“Una storia che immaginate?”
“No” fa lei con un sorriso accennato “Una storia vera”
“E se posso sapere, di che parla?”
“Te lo dico se mi dici come ti chiami”
“Mi chiamo Copin Colla”
“Allora te lo dico, Copin Colla” sussurra la donna, amorevolmente.
“Parla di un bambino ebreo sulla porta di un café, al Marais, che sta guardando una donna seduta due tavoli più in là, che scrive su di un piccolo carnet. Poi lui le chiede se stesse scrivendo una favola o una poesia e..:
“No” risponde lei, “Scrivo una storia”
“Una storia che immaginate?”
“No” fa lei con un sorriso accennato “Una storia vera”
“E se posso sapere, di che parla?”
“Te lo dico se mi dici come ti chiami”
“Mi chiamo Copin Colla”
“Allora te lo dico, Copin Colla” sussurra la donna, amorevolmente.
“Parla di un bambino ebreo sulla porta di un café, al Marais, che sta guardando una donna seduta due tavoli più in là, che scrive su di un piccolo carnet. Poi lui le chiede se stesse scrivendo una favola o una poesia e..:
“No” risponde lei, “Scrivo una storia”
“Una storia che immaginate?”
“No” fa lei con un sorriso accennato “Una storia vera”
“E se posso sapere, di che parla?”
“Te lo dico se mi dici come ti chiami”
“Mi chiamo Copin Colla”
“Allora te lo dico, Copin Colla” sussurra la donna, amorevolmente.
“Parla di un bambino ebreo sulla porta di un café, al Marais, che sta guardando una donna seduta due tavoli più in là, che scrive su di un piccolo carnet. Poi lui le chiede se stesse scrivendo una favola o una poesia e..:
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