E' una fresca mattina, delicata... Che effonde le fragranze dell'aprile, ma il tempo non promette... All'improvviso... Erompe un temporale. La pioggia viene a raffiche improvvise... Iginia sta pensando a zia Maria. Oggi è mercoledì; se non arriva, sarà un giorno qualsiasi. Se scenderà dal numero consueto, le correrò incontro e capirà che già contavo le ore, alla vigilia. La mamma, come me, spera che arrivi... Guardando fuori dice: “Che giornata!... Con questo tempo non verrà la zia...” Iginia non desiste dall'aspettarla sempre e dice mentalmente: “Zia, approfitta di un attimo di quiete; se tu ci sei, la vita sembrerà più bella ancora, avvolta nel colore dell'arancio.”
Iginia associa il magico colore al vespro, nella pace familiare ed alla luna piena che risplende tra gli aranceti. Inconsciamente sa che zia Maria, ama tanto i profumi dell'Italia.
La speranza d'Iginia vien premiata:
attenta, sosta dietro alla vetrata, quando intravvede, energica una mano che tien fermo l'ombrello. Iginia ricorderà: l'ombrello si chiudeva nell'aprile, imperlato di pioggia e il tuo volto appariva sorridente, solare come il sole di quegli anni... Sentivo la freschezza delle calle e la fragranza della primavera, sentivo la tua voce calorosa, che mi diceva: “M'aspettavi? Tu lo sapevi che sarei venuta?!...” La mamma le andò incontro: “Benvenuta!” E ci perdemmo tutti in uno abbraccio dopo, seduti nella cucinina, la mamma disse: “Pensando che veniva... Ho preparato le crespelle dolci, quelle con l'uva passa, o sultanina che da noi si costuma assaporare per san Giuseppe e per l'Immacolata.” Mamma gliene offriva un saggio, in un piattino: “Se non ha fame, ne prenda una sola, perché tra poco, siederemo a pranzo.” “Dank” le rispondevi... E, dopo averne assaporata una: “Ti faccio i complimenti, che son buone... Sai sempre come rendermi felice...”
Trascorso il primo giorno, mamma dice: “Adesso, cara zia, Iginia dice che vorrebbe sentire la favoletta che le ha promessa ieri.” La zia risponde: “Molto volentieri.” Iginia siede sulla seggiolina.
“Dunque, c'era una volta una bambina... che si chiamava Cappuccetto Rosso perché portava rossi i suoi capelli e il suo mantello. I suoi capelli lunghi e molto belli, cascavan nel cappuccio...”
Iginia sta pensando: “Com'è buffo, un fanciullino con i capelli lunghi.” Però non dice niente. Solo più tardi a scuola saprà che Cappuccetto, non era un bimbo, ma una ragazzina.
* * Da: "Uno smeraldo tra l'azzurro".
- Blog di Giuseppina Iannello
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