Una giornata al sole | Poesia | Giuseppina Iannello | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Una giornata al sole

Considerata la bella giornata, la maestra ci diceva: “Andate, approfittiamo... prendiamo un po' di aria; si giocherà un po' come si vuole.” Non mi sentivo: non volevo uscire, ma poi mi dissi: “Ce la devo fare; magari giocheremo a palla a volo: è un nuovo gioco che ci libra al cielo... e volentieri, io mi librerei.” E sono uscita, ma un pochino dopo; i maschietti si misero a giocare, come sempre, al pallone. Le mie compagne, invece optavano per palla prigioniera e formavan le squadre. Volutamente, non entrai nel gioco; sapevo già, che rimanevo sola: sempre l'esclusa. Levai lo sguardo al cielo e cominciai a vagare per il cortile sabbioso: m'apparve la collina col cimitero e, mi intristii ancor più.

Ritornavo al posto di partenza: la colonnina a destra del porticato, sulla cui base mi sedevo, a volte.

Di fronte a me erano le maestre:

Velia l'eterea dal vestito nero,

parlava volentieri con Rosina,

la maestra di quarta, ovvero

la Gelmini, che vestita di verde,

mi pareva

una lucertolina, al primo sole.

Gabriella, invece, di ruggine vestita,

mal sopportava il caldo...

A lato, l'assistente,

di cui ignoro il nome,

nel suo tailleur verdone,

sperando una parola...

 

L'affronto di Gabriella

 

Non so, per qual motivo all'improvviso,

io, le maestre non le vidi più

rimaneva Gabriella:

io la guardavo:

non c'era più il sorriso accattivante...

 

Lei mi guardava...

Ma quasi di sbieco...

 

Poi... Mentre stavo per andare via...

Mi disse: “Aspetta... fai la cortesia; devo parlarti.”

 

Risposi: “Sono qui.”

 

Il dito mi puntava, perentorio

e mi diceva: “Immagina la rosa:

bella è ancor,

quando la vedi viva;

 

presto il giorno cadrà:

la vita allora,

ti sembrerà ostile, fredda, vuota...

 

Ti guarderai intorno

e sarai sola:

nessuno t'avrà accolto:

sarai un fiore

che appassisce,

mentre aspetta il sole.

 

Allora, stanca,

sempre più sfinita,

ricorderai

codeste mie parole:

rimpiangerai...

 

E mi puntava il dito

io la guardai, mentre splendeva il sole...

Senza chinare il capo.

 

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