Scritto da © Franco Pucci - Lun, 23/05/2011 - 14:56
In questo rosseggiar di cielo in un Maggio presuntuoso
che mistificando i profumi e le attese si veste d’Agosto
l’aria calda ammaliata dalla sabbia portata dal libeccio,
balla come l’odalisca in un’indecente danza del ventre.
Vorrei avere i tuoi occhi per leggere nei riflessi del mare
la canzone che i gabbiani intonano così sgraziatamente
ma propongono danzando abilmente lassù al tramonto
al ritmo dei refoli ribelli sfuggiti all’abbraccio della notte.
Lo so che esser romantico è una puerile giustificazione
della timidezza che sorprende ognuno al calar del sole,
quando anche l’aria che dall’Africa nuova linfa trasporta
riempie di sabbia e graffia un cuore steso ad asciugare.
Canterò in questa serata di una bellezza incomparabile,
ti offrirò una rosa blu che mai ebbe a crescere nel vento
lei accompagnerà la mia goffa danza al limitar del molo
e con la presunzione di un Maggio che si crede Agosto,
spalerò la neve che scioglie nell’anima.
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