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Per un bullone parallelepipedo con alette ad incastro

(titolo alternato: Cosa resta quando scendono dai tasti nell’ orfanotrofio di auto e GM )
 

Basta che non se ne vengano con la bambola negli occhi
l’amore che spigola la decenza ed il giornale aperto alla pagina della cultura

 

Oh è di un vero grande il premio Strega, noi siamo dilettanti,
non parliamo di vita autentica\ inautentica, bene\male
dovremmo prendere esempio dalle autorità
e girare il mondo di conferenza in conferenza spegare ai pinguini
e continuare a dirci che meraviglia il tuo vestito beige
e la casacca a rombi è di vero gentleman
devi solo rivoltare i calzini ai gabbiani e sopportare il buio
prima di prendere la pillola del giorno
e vedrai che anche tu..anche tu..

 

Adorare i gorilla,
la forza bruta dell’aggressione alla carriera di fuochista\ poeta
questo si deve e scendere nel traffico della circonvallazione
ad inventarsi l’elettrolisi per chiedere soccorso

 

il giro di boa è sulla sabbia questa volta
di retromarcia si finisce per assomigliare ad un rubino
quest’affare dell’entropia funziona che non si capisce un bel nulla
con la donna carrello che fa un cerchio perfetto nemmeno a spirale
e la morte termica che assomiglia alla perversione universale
-corollario sciocco: pentirsi dunque equivale a cristallizzare-

 

Senti, mi dico, se lasci i tasti sembra di vederti in un orfanotrofio
e quando vai al GM per comprare un fisher
ti aspetti che gli scaffali ti abbraccino ri\conoscenti.

 

Invece solo un pesciolino è sembrato interessarsi a te,
ti avrebbe persino adulato e citato uno dei tuoi versi
se gli avessi promesso di tirarlo fuori dal lavandino
anche solo per le zampette d’argento

 

Ai G.M. si comprano metafore, che altro se no?
gli scaffali ne sono pieni, tutte accatastate le lune,
gli universi, gli amori, i crocifissi a puzzle basta che vuoi
adoro le gigantografie dei bulloni,
i consigli tecnici sul far da sé in caso di panico e fulmicotone,
i tappeti con i merluzzi che si rincorrono
e le donne nel Walalla che allattano Sigfrido.

 

Ma io cerco un bullone parallelepipedo ad incastro
Per salvare il mio portabagagli
non tre cantiche e ventiquattro secoli di storia
Tutta la teleologia esagonale

 

Passo un’ ora ad ascoltare la declamazione del legname
E fingo anch’io di capire lo scricchiolio finale
annuendo col capo e sorridendo al vicino:
-amai riamato il bonsai che mi è morto di stenti
Poverino aveva il diabete a 400 ed il potassio oltre cento

 

Magistrale l’umanità della macchina del caffè,
ti parla ti scrive ti spiega così non ti senti solo
in nessun momento abbandonato a te stesso

 

infine
 

Tutto passa per le mani di una Fanciulla che muove le mani
e agita la bocca per renderti leggera l’esistenza scrollarti di dosso il disagio
ma mette l’euro in una macchina senza spiegarti
da dove uscirà il resto della metafora
né in quale punto finisce la poesia inizia quell’altra viceversa

 

thank you

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