Tutto Incomincio` a Rio Parte 5 | Prosa e racconti | Carlo Gabbi | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Tutto Incomincio` a Rio Parte 5

PARTE 5

Il pomeriggio seguente un taxi mi porto` all’indirizzo indicatomi da Paulo Silvera che si trovava alla periferia di Butafuoco, sopra quel tratto di strada che dalla costa di Copacabana conduceva verso la citta`, dopo aver attraversato un lungo tunnel sotto la montagna, che la congiungeva al centro commerciale della citta`.

La casa di Paulo era la costruzione piu` bizzarra che mai avessi visto prima, in qualsiasi altra parte del mondo. Era stata completamente costruita con materiali riciclati e con rimanenze da altre costruzioni di diversa natura. Assieme erano mescolate mattonelle di marmo, mattoni di varie forme e colori, legni grezzi o lavorati in diverse lunghezze, spessori e piu` o meno pregiati. Non mancavano i profilati in ferro o altre leghe che pure variavano nella loro struttura e lunghezza. Fui stupito nel vedere come questi materiali diversi erano uniti tra loro formando arcani motivi, che creavano un modo bizzarro ed armonioso alla vista, e che solo una persona che era dotata di talento e fantasia artistica poteva concepire. Non posso esprimere completamente la mia sorpresa nel vedere come tale opera debellava pure tutti i concetti tecnici e struttorali che sono dettati nei manuali edili, ma che invece erano nati dall’ingenuita` e la fertile immaginazione artistica di Paulo.

Nel vedere quella procreazione artistica fuori della naturale via architettonica, incremento` in me il desiderio di conoscere il vero Paulo e di comprendere ed ammirare le sue molteplici capacita` artistiche-immaginative. Compresi il valore artistico che esalava dal normale sguardo architetturale e che per me aveva pure un valore poetico e pittorico che completavano lo spirito di quella costruzione che consideravo un capolavoro. Solamente colui che il suo animo e` impregnato da un elevato concetto artistico-creativo poteva concepire tale opera cosi completa nel suo valore geometrico-rappresentativo in forma architetturale.

Paulo mi diede il suo benvenuto e mi invito` ad entrare in casa. Nuovamente nell’interno mi trovai con il fiato mozzato dalla sorpresa e stupore ammirando il modo in cui questa parte della costruzione era stata concepita. Luci entravano da angoli diversi attraverso vetri colorati capaci di creare una inreale misticita`. Ero entrato in un luogo sacro, ed mi sentivo ammaliato in quell’interno cabalistico, che ai miei occhi appariva un luogo occulto e segreto di una religione sconosciuta. Paulo mi aveva introdotto entro la larga navata centrale del suo regno, ed io mi sentivo quasi indegno di entrare in un luogo mistico che mi fece sentire rispettoso e piccino. Scrutavo all’intorno, cercando di scoprire accoliti genuflessi in preghiera, e dai bracieri si innalzava l’odore di incensi profumati che si mescolavano attorno. Ero ammutolito in un angolo, e nel mio subcosciente mi sentivo pronto ad idolatrare quegli dei di religione pagana.

Fui distolto dai miei pensieri idolatrici con l’invito a sedermi, ero nuovamente ritornato me stesso.

Mi sentii estatico e pensai con ragione che il mio primo giudizio sulle capacita` creative di Paulo attestavano la vericida` del detto che afferma che la prima impressione su una persona non mente mai. Viveva assieme ad una donna, ma mai mi dissero se erano sposati. Piu` tardi mi fu detto che Isa era una sacerdotessa Macamba. Entrambi provenivano dallo stesso villaggio sperso nell’introterra del Brasile.

Non appena fui seduto, Isa mi offri un largo coconut, dal quale con un colpo di machete aveva tagliata la cima nettamente e vi aveva inserito una cannuccia con cui sorseggiare quella fresca bevanda.

Durante quel pomeriggio fui sorpreso molte volte nel conoscere i molteplici credi della loro religione. Ed ebbi pure modo di apprezzare ancor piu` le capacita artistiche di Paulo.

Fu durante quel pomeriggio che Ida offri di indottrinarmi nell’arte divinatoria dei Mocamba e mi invito` pure alla piu` importante celebrazione dei Mocamba.

‘Vieni alla spiaggia di Ipanema che si trova alla fine di Copacabana, nella notte di Capodanno. Averra` l’iniziazione dei nuovi accoliti subito dopo la funzione religiosa, dopo le preghiere ed offerte agli dei. L’altare dove e` officiata la messa, e` stato intagliato nelle rocce, con bassorilievi di figure idolatriche. Per essere accettato tra la cuminita` devi vestire in bianco e porta pure alcune rose bianche che getterai nelle acque dell’oceano come una offerta propiziatoria.’

Dopodiche` Isa estese le sue mani affusolate sopra di me, chiuse gli occhi in meditazione, ed in un dialetto Africano a me sconisciuto incomincio` a cantarellare una lunga nenia. Alla fine dell’invocazione concluse, ‘Ho invocato gli dei che possino proteggerti sino al giorno della tua iniziazione come un accolito dei Mocamba. Sei alquanto privilegiato, Bill. Raramente un Europeo puo` entrare nella comunita`. Al termine della consacrazione esisteranno in te forze nuove ed avrai poteri occulti per divinare il futuro. Preghero` per te fino all’arrivo della tua consacrazione.’

Poi mi tocco` la fronte con le sue mani, ed a quel tocco sentii un brivido gelido discendere lungo la mia spina dorsale. Fu un attimo, ma ebbi la sensazione che nel mio corpo vi fosse entrato un essere con poteri magnetici il quale si impossesso` pure delle mie capacita` intelletive riducendomi succube ai suoi voleri.

Fu in quel tardo pomeriggio che ebbi modo di ammirare le tele piu` importanti del mio amico Paulo, e che gelosamente conservava per un limitato gruppo di conoscitori. Scelsci, tra le molte, tre tele che giudicai di gran valore artistico, e mi furono date ad un prezzo inrisorio come simbolo della nostra nuova amicizia.

Le donne, che erano ritratte in quei quadri, erano magnifiche esaltando la grazia e l’eleganza delle loro danze con movimenti leggeri e volteggiavano come rapsodie nell’aria circostante nella poetica grazia delle loro complete nudita`.

Alla fine ringraziai i miei ospiti esprimendo loro il piacere di rivederli presto sulla spiaggia di Ipanema.

Ero premonito che al nostro prossimo incontro sarei venuto in possesso di strabiglianti poteri dopo la mia consacrazione ai riti idolatrici dei Mocamba.

* * *

Per tre consecutivi mattini, dopo aver visitato Butafuoco, ebbi alcune visioni conturbanti in fronte a me. Era una sensazione nuova dove apparivano fatti inreali che mi lasciarono alquanto turbato.

Avenne mentre ero sulla spiaggia di Ipanema, dopo che avevo nuotato ed avevo corso sulla spiaggia. Forse era dovuto al fatto che Isa aveva imposto le sue mani sopra di me mi aveva reso troppo sensitivo. Ma non riuscii a capacitarmi nel vedere un corpo di donna gettato sulla spiaggia a me vicino. Era quanto vedevo un fatto reale od era una visione magica e coincidenziale. Era tutto dovuto alla supersensitivita` che Ida aveva immesso in me con i suoi poteri magici?

Forse vi era un corpo di donna che era stato spinto dalla marea sulle sabbie bagnate. Alla vista, quel corpo appariva spugnoso e cadaverico. Notai che sebbene fosse un corpo senza vita, mi stava a guardare con occhi spalancati, mentre le sue pupille mi seguivano, non mi lasciavano in pace. Ero turbato, ma chi era mai? Poi la riconobbi... Ma poteva essere propio lei?

Guardai piu` intensamnte, pur sempre senza avvicinarmi. Poi si, credetti di riconoscere Clare in quelle spoglie inerti. Ero sconvolto, ero ipnotizato nel vedere quelle pupille roteanti entro quelle orbite spettrali. La guardai ancora, incredulo, piu` volte ancora. Si. Era propio lei. Era un cadavere spugnoso ed inerte ed ero innorridito, ne sentivo ribrezzo per la incipiente putrefazione che la stava tramutando. Guardai meglio, e notai che mancanza pure un arto.

Mi obbligai a divenire oggettivo ed mi posi domande. Poteva propio essere il corpo di mia moglie?

Oppure era questo unicamente il gioco della mia supersensitiva immaginazione?

Pensai, ragionai. Dovevo arrivare ad una pronta conclusione. Poi conclusi che non poteva essere lei, Clare. Mi dissi che ben diecimila chilometri ci separavano. Ed ancor piu` qui, in Ipanema, mi trovavo sull’opposto oceano, e non l’Oceano Pacifico che fronteggia L’Australia. Questo era l’Oceano Atlantico che fronteggia le coste Africane. Si, alla fine conclusi, quella non poteva essere Clare. Era null’altro che una visione creatasi nella mia eccittata fantasia.

Infatti, guardando ora, vidi su quel stesso pezzo di spiaggia due ragazzini che stavano giocando, scavavano nella sabbia bagnata ed erano intenti ad erigere un castello di sabbia.

Ma un dubbio rimase in me. Perche` mai ebbi tale visione? Forse la visione era un presagio che mi voleva indicare che qualche cosa stava avvenendo a Clare?

Passarono brevi attimi di meditazione che turbarono il mio pensiero. Sentii un brivido agghiacciante che attraverso` il mio imtero essere. Quella era una premonizione, ne ero certo. Sentii entro me scricchilare la mia forza interiore, poiche nel passato mai avrei amesso tali cose, poiche sono sempre stato septico di fronte ai misteri dell’occulto. Cosa mai avveniva ora in me? Il tutto mi era inspiegabile, forse era il mio metabolismo che stava giocando con le mie capacita` mentali e mi rendeva succube?

Non avevo scelta e mi precipitai a casa e da li telefonai a Clare. Qualcun altro rispose e mi disse che Clara era fuori, era all’ospedale dove qualcuno era in coma. Ma chi?

La stessa voce mi disse che l’automobile di Clare, in un accidente era volata al di fuori da una scarpata della strada, ed era un rottame. Un brivido mi percosse la schiena, ma era lei che guidava, era quindi grave? Alle mie domande non vollero rispondermi. Dissero che non erano autorizzati!

Sapevo che Clare mai avrebbe data la propia BMW a qualcunaltro.

Chiamai nuovamente entro un paio di ore e questa volta mi fu detto che Clare era incolume, ma che sarebbe rimasta all’ospedale tutta la notte.

Al mattino potei parlare con lei, e ne fui un po` rassicurato. Gia` dissi bene, giusto un po`.

La voce di Clare era smarrita, sentii che aveva perso il controllo sul suo pensiero, e la sentii singhiozzare, e quello mi impensiri` poiche` era una cosa impossibile per lei. Compresi quanto fosse stata moralmente scossa, perdendo cosi la corazza del suo glaciale frontespizio. Sentii che il suo normale controllo era crollato. Ora era fragile e sentivo i suoi singhiozzi repressi che uscivano rauchi dalla sua voce. Mi disse quanto mai mi avrebbe detto prima, ‘...ho perso la fiducia in me stessa. Sono stanca della vita!’

Quella fu la piu` sorprendente rivelazione che mai avessi udito da lei. Riconobbi che ora era una donna impaurita ed indifesa, disse, ‘Come tutto questo e` mai possibile?’

Volli esprimerle la mia tenerezza ed il mio supporto morale, ma sentii che alle mie parole si inrigidi e pose un distacco tra noi. Mi fece comprendere nel suo silenzio, quanto lontana fosse da me e dal mio rimanente amore. Sentii che non gradiva i miei messaggi di simpatia. Ne ero piu` che certo. Sentii che Clare aveva cessato di esistere per me, io non ero piu` una sua priorita` in quanto riguardava i suoi valori sentimentali. Finalmente tra le lacrime mi disse che il suo caro amico era colui che guidava la sua macchina e che ora era in coma...

Mai mi sarei aspettato una tale confessione da Clare.

Ma ora ero in grado di spiegarmi il valore telepatico della mia visione sulla spiaggia di Ipanema. Mi diceva chiaramente che l’amore di Clare per me era morto e seppelito. Mi diceva che Clare ora apparteneva, anima e core, al suo caro amico che era attaccato alla vita unicamente da quel polmone artificiale che forniva a lui l’ossigeno della sua esistenza.

E` passato molto tempo da quel giorno, ma tuttoggi esiste in me ancora una cosa oscura ed e` il mistero che mai mi fu svelato da alcuno. Era Clare seduta accanto al suo amante quel giorno di quel fatale incidente automobilistico?

* * *

 

 

 

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