Scritto da © fintipa2 - Lun, 18/07/2011 - 23:32
Li strapperei tutti i depliants
non ne azzeccano uno sui parcheggi
e se ne stanno raggomitolati sul sedile posteriore.
Dopo aver ciarlato tutto il viaggio
persino di un lupanare ed i WC usa e getta
stanno zitti al momento importante
e ti trovi nello ZTL, con la barba
ed i peli allo shampoo Terrore....nient'altro.
Fuggire!
Mi affido a due che non fingono il Gatto e la Volpe
ma indicano dove è Gratis!e doppio! il posteggio.
Mi fido della fantasia, non scendo a patti con la ragione
hanno volti rassicuranti e dopotutto finiscono sempre male
nelle favole che conosco.
Ma qui c’è il lupo e voglio vederlo!
M'incammino spingendo l'Urango alle scale, tenendo la Donna per mano.
Sugli embrici riconosco qualcuno, un vecchio geco con l'occhio stravolto,
-Ehi!
-Del medioevo sarai tu, orecchiette e rape, con la pancia da lanzichenecco.
Hai comprato una piantina almeno?
Comincio a sentirmi a disagio, ma non è una novità
solo che non mi adatto facilmente quando non so dove sono i WC
(ho tre chili di monetine Nonsisamai, con me).
Questa non è una grande città ma ha belle piante d'arredo,
le malve non mancano, qualcuna invecchiata si presta a una foto.
Sorride mia moglie felice, mi tiene per mano tra gambe telefoni:
siamo immortali e di sfondo ho dei monti, l’Italia.
Mi guida attraverso le chiese, i quadri, ma non trova il mio lupo.
Sono il masso che sale sul monte
e mangia carbonara Duechili a buon prezzo
solo l'Oste conosce la via dove giace il Piumite
che mai calpestò la rena del mondo.
É chiaro che si deve discendere, ma senza fretta
aspetto che l'ansia si allontani dal bolo Strapiombo,
(mi scuffa giù in fondo con unghie d'immondo).
E libero ormai, sdraiato in terrazza Achillea,
m' accompagna una mosca che parla
dell'arte, la piazza, il palazzo di sotto.
E m'affaccio ubriaco dai merli,
la coda dell’ occhio distingue tra i tetti
infine m’aggancio allo stelo e discendo
tra donne svestite e ginestre.
Mentre vado domando ad un tizio (sul blu)
che risale nel verso contrario, dov'è questo lupo.
Quello ride mi mostra i canini e col pelo rizzato mi urla qualcosa
-ululando- in tedesco stridente al baffetto
che di doppler svanisce in lombardo.
-Micoglioni!
E mi stringo alla moglie, all’Italia di sfondo.
Nella bocca portava stivali, un tricolore avvolto alle zanne.
Ci sarà pur sempre qualcosa da vedere in questo luogo:
una lucertola con la coda issata
-va di moda il taglio da scorpione quest'anno-
un ufficio postale:
spedii una lumaca in una busta (era il 15 di giugno),
chissà se affacciandomi non la veda passare
col francobollo rosa e le firme sul dorso.
una lucertola con la coda issata
-va di moda il taglio da scorpione quest'anno-
un ufficio postale:
spedii una lumaca in una busta (era il 15 di giugno),
chissà se affacciandomi non la veda passare
col francobollo rosa e le firme sul dorso.
Li strapperei tutti i depliants
non ne azzeccano uno sui parcheggi
e se ne stanno raggomitolati sul sedile posteriore.
Dopo aver ciarlato tutto il viaggio
persino di un lupanare ed i WC usa e getta
stanno zitti al momento importante
e ti trovi nello ZTL, con la barba
ed i peli allo shampoo Terrore....nient'altro.
Fuggire!
Mi affido a due che non fingono il Gatto e la Volpe
ma indicano dove è Gratis!e doppio! il posteggio.
Mi fido della fantasia, non scendo a patti con la ragione
hanno volti rassicuranti e dopotutto finiscono sempre male
nelle favole che conosco.
Ma qui c’è il lupo e voglio vederlo!
M'incammino spingendo l'Urango alle scale, tenendo la Donna per mano.
Sugli embrici riconosco qualcuno, un vecchio geco con l'occhio stravolto,
-Ehi!
-Del medioevo sarai tu, orecchiette e rape, con la pancia da lanzichenecco.
Hai comprato una piantina almeno?
Comincio a sentirmi a disagio, ma non è una novità
solo che non mi adatto facilmente quando non so dove sono i WC
(ho tre chili di monetine Nonsisamai, con me).
Questa non è una grande città ma ha belle piante d'arredo,
le malve non mancano, qualcuna invecchiata si presta a una foto.
Sorride mia moglie felice, mi tiene per mano tra gambe telefoni:
siamo immortali e di sfondo ho dei monti, l’Italia.
Mi guida attraverso le chiese, i quadri, ma non trova il mio lupo.
Sono il masso che sale sul monte
e mangia carbonara Duechili a buon prezzo
solo l'Oste conosce la via dove giace il Piumite
che mai calpestò la rena del mondo.
É chiaro che si deve discendere, ma senza fretta
aspetto che l'ansia si allontani dal bolo Strapiombo,
(mi scuffa giù in fondo con unghie d'immondo).
E libero ormai, sdraiato in terrazza Achillea,
m' accompagna una mosca che parla
dell'arte, la piazza, il palazzo di sotto.
E m'affaccio ubriaco dai merli,
la coda dell’ occhio distingue tra i tetti
infine m’aggancio allo stelo e discendo
tra donne svestite e ginestre.
Mentre vado domando ad un tizio (sul blu)
che risale nel verso contrario, dov'è questo lupo.
Quello ride mi mostra i canini e col pelo rizzato mi urla qualcosa
-ululando- in tedesco stridente al baffetto
che di doppler svanisce in lombardo.
-Micoglioni!
E mi stringo alla moglie, all’Italia di sfondo.
Nella bocca portava stivali, un tricolore avvolto alle zanne.
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