Scritto da © Falcone - Sab, 12/03/2011 - 12:34
Se sapessi suonare,
credimi,
di Te farei il mio concerto…
in quel desiderio teso
come l’archetto di un violino
quando dolce diffonde
l’anima nascosta
degli occhi tuoi fissi nei miei…
anche là dove ogni udito della mente,
mentre l’ardore incede,
cede sempre più,
come il bruciar di stelle
di quelle altissime emozioni
che spandono intorno...
e dentro… e fuori…
e fin sulle nuvole
...un brivido infinito
fino a far del canto un grido!
credimi,
di Te farei il mio concerto…
Ti sussurrerei l’inizio
di un delicato adagio
lento come una preghiera
…suonandoti delicatamente
le labbra appena schiuse
con lo sfiorar le tue…
in quel desiderio teso
come l’archetto di un violino
quando dolce diffonde
l’anima nascosta
degli occhi tuoi fissi nei miei…
Ti accenderei la magica scintilla
di quel suono teso
che ai fiati dà l’ ansia del respiro,
accelera i battiti
a rimbalzar nel petto,
accarezza trepido l’arpa
nel biancor di pelle
la dove è morbida e divisa in onde,
sul cuore che nel ritmo
del crescendo del piacere
all’unisono affastella i sensi
che turgidi si offrono...
anche là dove ogni udito della mente,
mentre l’ardore incede,
cede sempre più,
come il bruciar di stelle
di quelle altissime emozioni
che spandono intorno...
e dentro… e fuori…
e fin sulle nuvole
...un brivido infinito
fino a far del canto un grido!
E dopo...dopo ti lascerei godere
il senso di quella musica
quando lenta si trasforma e cala
da spasmi di brividi bellissimi
nella dolce sua chiusura
di silenziose lagrime d’immenso….
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