Scritto da © stellasenzacielo - Sab, 31/12/2011 - 15:33
Il meriggio olivastro,
assorto nella quiete della luce vetusta,
loquace di sussurri e cantilene nostalgiche,
sbatte dolci le palpebre
e lascia che tra le ciglia s'accampino
le piccole gemme perlacee
col sorriso corto,
colle guance fresche della notte che ha da venire,
stelle di un tempo,
lontane e tanto belle
che il sole di gitto s'affretta a coprire
e a farle sue amanti, tacite d'eterno.
Rovereto, 31 dicembre 2011
Caterina Manfrini
[In attesa del nuovo anno, tanti auguri a tutti!]
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