Scritto da © Anonimo - Lun, 16/11/2009 - 15:42
Mani come le tue Maestro sono doni
e sono propagini di dio dal corpo al corpo
e similmente egli ti fece a sè
Le ho viste scolpire rocce resuscitando marmi augusti
come pure dovrebbe accorgersi degli oli
o degli intonaci che vivificano
al solo tocco.
Parrebbero cielo
le tue volte sopra gli occhi se venisse in terra
che dal suo punto non s’avvede
e direi che ogni sguardo
incolla un mito
un creato risorto o una futura angoscia.
Ma quando a braccia chiuse
il tuo desiderio s’avverte
e i miei lati giacciono infranti in un castello atteso
chiedo ai miei santi e alle mie domeniche
che sia il genio
o le ultime mani a morirmi in seno.
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