Scritto da © Tito - Sab, 29/07/2017 - 04:27
Porca miseria! Ieri su un giornale leggevo. Una bellissima favola. Mi pare fosse intitolata Giulietta end Romeo. Oppure Juliet & Romio. Insomma, di uno che si è messo a scrivere di cose per bambini. Perché, secondo costui, Shakespeare ne ha scritte tante, se n'è inventate tante che non lo puoi lasciare a dormire su un angolo di strada avvolto nei cartoni. In quelle ore indefinite in cui nel bel mezzo di un dream erotico ti sveglia la macchina infernale che passa e ti ripassa sotto casa come se esistessi solo tu e i netturbini a bordo avessero deciso che solo tu sei lo sporcaccione cui rompere l'anima, ebbene, in quel preciso quarto d'ora in cui stai cercando di sprimacciare il guanciale di piuma d'oca e fartelo correre gradatamente sopra e sotto l'inguine, vibrazione da uno a nove, come farebbe un intero convento di novizie nelle loro cellette sotto il porticato, in quelle ore indefinite si diceva tra l'una e l'aurora, lo strambo ti tira fuori il pacco dalla favola. La sostanza parrebbe nerboruta ed è invece un sospiro che scorre su una fune, la lama di uno spicchio, sulla quale sei in equilibrio precario: un azzardo funambolico; immagina la scena. Romio che sale sulla fune con i piedi incrociati come te una volta volta per chiedere un bacio. Juliet sa che se lo aspetterebbe sulle labbra, il ragazzotto, per poi valicare d'un balzo il davanzale ed iniziare a sprimacciarle le rotondità della gonna, slacciarle i cordini, le utilizzavano a Verona i tanga quella volta, forse si forse che no? Ma juliet con le sue ditine paffutelle, si sporge si sporge per per ed arriva. Dove arriva.
“Una bacio Juliet, un bacio...”
“ Vorrei &Romio, ma tu od io, abbiamo le braccine troppo corte...”.
“ Lunga il collo...”
“ Lunga 'sto...lungate ti...”
“ Un bacio...”
“ Te poso dar i diti deso...i senti? Contentate la prima volta. Eco...te go dato.”
" Pianse... Julet?"
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