Scritto da © Francesco Paolo - Gio, 11/08/2011 - 21:07
Vergine di vuoti
spazi infiniti
sogni
nella logica
vasta, ambigua
smarrita esistenza.
Tela bianca
parete verticale al muro dell’attesa
all’iride che vaga
appare
l’inafferrabile inesistente concreto.
Colori su tavolozza inermi
tacciono senza nomi
e senza posa
poi
mano di piuma
su punta di pennello
lega l’amorfo
al dono
e nascita di un figlio
piano affiora
come già nella mente
visto, pensato, creato.
Dolce come il canto
puro come sorgente
da lineamenti che s’accostano
punti e curve
che s’impilano
il dipinto vive
e con l’ultimo soffio di firma
la tela… parla!
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