M'immergerò ancora nel fascino degli atlanti,
compresi gli obsoleti o inattendibili, i magici.
Piste (con gli occhi, con l'indice, con la matita)
percorrerò – entrerò in Ortigia dove sapienti
maghe che sanno volare, figlie della terra,
figlie dell'onda salata, saldano gli umani
alla vita e alimentano amore alla bellezza.
Vedrò una delle maghe indossare ali di rame
per involarsi sul mare a percorrere rotte
di mediterraneo andare, talvolta ferito
(non esiste bellezza senza la compassione
per i sofferenti, gli umiliati, per gli offesi).
Udrò un canto della pietra porosa dorata
che fa fiorire i balconi di ferro battuto:
e Atenalucìa, sguardo che perfora il tempo,
è linfa a scorrere nella pietra a mezzodì.
Stare in Ortigia, leggere un libro di poesia:
parole respirare di canto.
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