Scritto da © Il Folletto - Gio, 31/05/2012 - 19:27
Due corpi stretti l'uno all'altro che si muovono insieme. Il ritmo denso, strascicato, potente, come i passi felpati di un gatto. Come il sesso.
Una serata di tango. Balliamo tutta la sera. Danziamo incatenati, ancora, in una stanza per noi, la sera lascia il posto alla notte. Notte serena, aria fredda come cristallo. La finestra è aperta. In piedi davanti al letto, l'uno davanti all'altra. Tremi un po' nel vestito scollato. Chissà se è per il freddo.
Gli occhi cercano gli occhi, si trovano, non si lasciano più. Si avvicinano. Viene naturale, come è stato tutta la sera.
Balliamo nel silenzio, stretti, intrecciando le dita, mescolando i respiri. Una tua gamba risale, in un brivido, il mio corpo, coscia, vita, petto.
Giriamo rapidi, cadi bocconi sulle coperte e non ti muovi. Lo spacco del vestito si è aperto. È quasi buio, ma un po' di luna filtra attraverso i vetri.
Resto per qualche istante immobile, contemplando la bianca rotondità di una natica ancora mezza coperta da un lembo di stoffa.
Poi mi avvicino lentamente, le dita si insinuano tra le pieghe dell'abito, su lungo le gambe nude, rapide e morbide.
Ti accarezzo con una mano soltanto, assaporandoti piano piano, delicatamente. Morbidissima.
Le punte delle dita scorrono fino a sentire qualcosa di caldo e umido, sfugge un sospiro.
Con l'altra mano vado a cercare il tuo viso, le tue altre labbra, il loro contorno.
Ti giro, un bacioforte, le lingue che si incrociano, il sapore della tua bocca mischiato al mio, mentre ti sollevo il vestito. Sotto non porti nulla.
Distesa così sul letto, gli occhi chiusi, nuda e bianchissima, morbida tenerezza, sembri una donna del Rembrandt.
Viva, vivissima; le mie mani che viaggiano su tutto il corpo. La pelle che si dilata al tocco, che scuote brividi di piacere, gli occhi chiusi, le labbra schiuse, il respiro sincopato.
Il tuo fiato e il tuo odore, e le labbra sfiorano il viso, il collo, il petto, trovano il seno morbido e candido.
Come un bimbo affamato bacio i capezzoli rosa, li accarezzo con la lingua in un turbine sempre più forte, e le mani giocano in lunghi abbrivi lungo la schiena; poi la bocca assetata scende solleticando il ventre, lento, troppo lento, e finalmente arriva là dove riprendono i sospiri.
E qui calmo e poi mobilissimo, portandoti a uno stato di abbandono totale, sento farsi grosso il mio stesso respiro.
Mi stacco all'improvviso.
Sospesa come sull'orlo di un gradino, in equilibrio precario, senza fiato, ma è un attimo.
Le dita cercano ancora una volta il tuo umido desiderio, ti dischiudo appena e all'improvviso il peso premere su di te, penetrandoti con un solo movimento fluido.
Mi fermo, trattenendo un momento il respiro. Allora apri gli occhi e vedi il viso stravolto, parte di te.
Mi stringi tra le gambe, una danza sensuale, mi guardi, stesa sotto di me, gli occhi che brillano attraverso le ciglia.
Perduto il senso del tempo e lasci fare al tuo corpo.
Fusi insieme in un ritmo perfetto, girando, inseguendo, giocando, guardando, stringendosi.
Proprio come in un tango.
Una serata di tango. Balliamo tutta la sera. Danziamo incatenati, ancora, in una stanza per noi, la sera lascia il posto alla notte. Notte serena, aria fredda come cristallo. La finestra è aperta. In piedi davanti al letto, l'uno davanti all'altra. Tremi un po' nel vestito scollato. Chissà se è per il freddo.
Gli occhi cercano gli occhi, si trovano, non si lasciano più. Si avvicinano. Viene naturale, come è stato tutta la sera.
Balliamo nel silenzio, stretti, intrecciando le dita, mescolando i respiri. Una tua gamba risale, in un brivido, il mio corpo, coscia, vita, petto.
Giriamo rapidi, cadi bocconi sulle coperte e non ti muovi. Lo spacco del vestito si è aperto. È quasi buio, ma un po' di luna filtra attraverso i vetri.
Resto per qualche istante immobile, contemplando la bianca rotondità di una natica ancora mezza coperta da un lembo di stoffa.
Poi mi avvicino lentamente, le dita si insinuano tra le pieghe dell'abito, su lungo le gambe nude, rapide e morbide.
Ti accarezzo con una mano soltanto, assaporandoti piano piano, delicatamente. Morbidissima.
Le punte delle dita scorrono fino a sentire qualcosa di caldo e umido, sfugge un sospiro.
Con l'altra mano vado a cercare il tuo viso, le tue altre labbra, il loro contorno.
Ti giro, un bacioforte, le lingue che si incrociano, il sapore della tua bocca mischiato al mio, mentre ti sollevo il vestito. Sotto non porti nulla.
Distesa così sul letto, gli occhi chiusi, nuda e bianchissima, morbida tenerezza, sembri una donna del Rembrandt.
Viva, vivissima; le mie mani che viaggiano su tutto il corpo. La pelle che si dilata al tocco, che scuote brividi di piacere, gli occhi chiusi, le labbra schiuse, il respiro sincopato.
Il tuo fiato e il tuo odore, e le labbra sfiorano il viso, il collo, il petto, trovano il seno morbido e candido.
Come un bimbo affamato bacio i capezzoli rosa, li accarezzo con la lingua in un turbine sempre più forte, e le mani giocano in lunghi abbrivi lungo la schiena; poi la bocca assetata scende solleticando il ventre, lento, troppo lento, e finalmente arriva là dove riprendono i sospiri.
E qui calmo e poi mobilissimo, portandoti a uno stato di abbandono totale, sento farsi grosso il mio stesso respiro.
Mi stacco all'improvviso.
Sospesa come sull'orlo di un gradino, in equilibrio precario, senza fiato, ma è un attimo.
Le dita cercano ancora una volta il tuo umido desiderio, ti dischiudo appena e all'improvviso il peso premere su di te, penetrandoti con un solo movimento fluido.
Mi fermo, trattenendo un momento il respiro. Allora apri gli occhi e vedi il viso stravolto, parte di te.
Mi stringi tra le gambe, una danza sensuale, mi guardi, stesa sotto di me, gli occhi che brillano attraverso le ciglia.
Perduto il senso del tempo e lasci fare al tuo corpo.
Fusi insieme in un ritmo perfetto, girando, inseguendo, giocando, guardando, stringendosi.
Proprio come in un tango.
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