CAPITOLO 3 PARTE 2
Durante una delle seguenti mattine, come al solito, eravamo seduti in quella oasi di palme da noi preferita, vicina al mare turchino e trasparente e da qui ci appariva la languida visione di isole che formavano una collana piu`scura emergente nella lontananza marina.
Dal cesto preparatoci da Jamul, la nostra padrona di casa, misi sul tavolo la nostra colazione e osservai mia madre che sorseggiava lentamente il suo the ma che pure era lontana da me col suo pensiero, ed i suoi occhi brillavano di una nuova lucentezza. Questa espressione mutava continuamente mentre vagava verso un infinito sconosciuto e poi riemergeva nuovamente in se stessa e la vedevo molto piu` serena. Forse stava raggiungendo quel traguardo euforico del suo io che mi premoniva l’arrivare di una nuova rivelazione.
Stetti ad osservarla per diversi minuti senza disturbarla. Mi sentivo incuriosito, forse quello era il suo modo che ritornava nel suo passato, e sempre piu` ero desideroso di conoscere quelle cose nuove del suo mondo lontano, allorche` si decidesse a parlare.
Finalmente le dissi, "Mama, lo sai che ti sto studiando con piacere? Noto che in meno di due settimana da quando siamo arrivati in Nadi un piacevole cambiamento avviene in te. Lo sai che guardi almeno dieci anni piu` giovane?"
"Si Carlo. Definitivamente mi sento piu' in forza di quanto lo fossi alcuni mesi orsono, e non solo, molti incubi si sono assopiti. Ora posso ricordare cose passate piu' facilmente. E sai cosa? Mi e` ritornato il ricordo di quando Mamma Gigia ed io andammo a visitare Budapest. Ricordo pure che non ti ho mai parlato di quei giorni..."
"Infatti, ma quando sucesse?"
"Well, furono molti anni prima dello scoppio della guerra. Lasciami ricordare...Forse era il 1935 o forse l'anno dopo. Quella era la prima volta che andavo all'estero, ed era una grande avventura poiche` in quei giorni ben pochi viaggiavano per piaciere. Erano tempi di depressione economica e tutt’attorno esisteva una grande miseria. Il viaggiare, particolarmente per una vacanza era un grande lusso, considerando che il problema dei molti era di come poter trovare cibo abbastanza per preparare un pasto decente giornaliero per la famiglia."
"Cosi' vuoi dirmi che tu e Nonna Gigia in quei giorni navigavate nell'oro?"
"No, Carlo. Non fraintendermi. Noi si soffriva come tutti gli altri. Se ben ricordi tuo padre mi dava ben pochi soldi per l'andamento della casa e per vivere. Non avrei mai potuto sbarcare il lunario senza l'aiuto di tua Nonna Gigia. Durante quegli anni aveva un piccolo negozio, una caffe vicino alle scuole magistrali, devi sapere che le fu possibile comperare quel locale con l’aiuto finanziario di suo fratello Toni. Si sa` che non era un luogo di lusso, ma era decente abbastanza e con la vendita di quei pochi caffe`, capuccini, e paste, mia madre poteva vivere in un modo piu` decoroso degli anni precedenti allorche` rientrammo dal campo profughi, a guerra finita. Si ritorno` a casa completamente destituiti, e Mama Gigia trovo` di aver perso tutto, averi e marito.”
"Hai detto'Barbe Toni'? Gia` ricordo che l’ho vidi una volta a Tolmezzo. Ero un ragazzino allora. Arrivo` come un fulmine a ciel sereno nella casa della nonna, e quando fui di alla sua presenza, mi sentii piccino e pieno di paura e scappai via... sentii il suo sguardo seguirmi, tagliente come una lama affilata, ed ebbi l’impressione come se lui mi stasse tagliandomi a pezzi. Parlotto` brevemente con la nonna, mentre mi indicava col dito. Ricordo che indossava una grande mantella lunga e nera... Pensai che forse voleva portarmi via sotto quella mantella... Be, so` ora che erano solo paure infantili, ma mi rimase impresso il suo sguardo arcigno, e di come i brividi mi scorrevano giu`, lungo la schiena. Timorosamente abbassai lo sguardo in fronte a lui e me la sgattolai via appena mi fu possibile."
"Si`, Barbe Toni era propio una persona capace di incutere soggezzione. Lo era forse perche`e` sempre stato nella posizione di comando. In quei giorni era risaputo che Barbe Toni divenne molto ricco dopo che Mussolini prese il potere. Devi sapere che lui fu uno di quelli che partecipo` con Mussolini alla marcia su Roma in quel fatidico 28 Ottobre, che ridiede all'Italia una parvenza di solidita`. Sappiamo ora che poi alla fine quella rivoluzione fascista fu pagata caramente da tutti e di come le conseguenze furono infinite. Ma in quei giorni lontani nessuno negava che il Facismo fu capace di dar fine all’anarchia esistente, e creo` nel popolo l’inlusione che si avrebbe vissuto una vita migliore. Certo vi furono alcuni miglioramenti e vi furono mille promesse, e rinacque in noi un nuovo spirito pattriotico. Ma era nullaltro che fumo negli occhi per la gente in modo che nessuno andasse a curiosare piu` profondamente dietro il paravento che avevano imposto in Italia.
"Naturalmente, ed in gran segreto, tutti quelli che avevano partecipato alla Marcia di Roma assieme a Mussolini, in un modo o l’altro vennero ben ricompensati dal partito. Cosi' lo fu pure Barbe Toni, e da allora gli affari della sua impresa di Ingegneria Civile navigo` a gonfie vele. Otteneva i migliori contratti dei lovori pubblici locali nel quale era sempre il preferito anche se fosse il piu` costoso. Nessuno mai lo ostacolo` o fece commenti nel modo in cui otteneva i suoi suoi affari che furono alimentati da quei venti propizi ed ebbe modo di divenire sempre piu ricco, e prepotente. Ma non solo quello, da allora Barbe Toni dimostro` di essere pure un vanaglorioso. Vide la possibilita` di ottenere un titolo nobiliare attraverso il partito se solamente avesse posseduto un castello. Lui ne trovo` uno abbandonato ed in rovina sui colli Friulani. Era alquanto diroccato, ma lo compro` e ne incomincio` subito i lavori di ristorazione, anche se poi alla fin fine gli costo' una fortuna. Da quanto io sappia, nonostante tutto quanto fece, mai pote` ottennere il titolo di conte o cosaltro desiderava. Quanto ti dico ora e` giusto per dimostrarti quale tipo di uomo fosse quel vanaglorioso di Barbe Toni"
“Cose da non credere. Solo colui che e` possessato da un pizzico di pazzia agisce in quel modo. Si, Mama la storiella che ho giusto sentita era senzaltro amena, ma con tutto questo no mi hai ancora detto come avete potuto andare a Budapest. Da dove venne tutto quel denaro? E poi penso che ci doveva essere una buona ragione per dovere andare a Budapest in momenti cosi` difficili. Puoi spiegarmi tutto?"
"Allora lascia che ti racconti. Sappi che Barbe Toni e mia madre, sin da quando erano giovani furono sempre uniti e lui, come fratello maggiore, l’ha sempre protetta. Quando il loro padre Francesco mori`, Toni divenne il maggior erede delle sostanze paterne, mentre mia madre invece ne fu completamente esclusa, a causa di un vecchio pregiudizio che si era creato da parte della buonanima di mio Nonno Francesco. Toni era ormai da oltre un decennio l’unico incontrastato esecutore degli affari dei Tullio nei loro lavori di Ingegneria Civile. Quindi Toni e Valentino, poiche`erano i maschi della famiglia, divennero gli eredi delle propieta' di Nimis. Cosi` i sogni di Mama Gigia su quanto le spettase di eredita` crollarono, e vide svanire la speranza di risolvere i suoi problemi finanziari ed il suo futuro divenne ancor piu difficile. Fu piu` tardi che Toni, il quale aveva sempre nutrito un debole per lei, senti` l’obbligo morale verso la sorella Gigia. Fu dal nostro rientro, che anche se modesto, Toni le diede un aiuto finaziario. Erano i giorni che noi ritornammo a Tolmezzo dal campo profughi, e ci trovammo destituiti. Il nostro appartamento era stato saccheggiato ed in rovina e Mama Gigia aveva dovuto ricomincire dal nulla poiche` aveva ben cinque figli da sfamare e far crescere. Te la immagini una tale situazione? In quella rovina completa, Barbe Toni fu l'unico che diede un po di aiuto alla sorella. Veniva a trovarla a Tolmezzo un paio di volte all'anno e le passava quel po` di denaro sufficente per sopravivere al naufragio finanziario e morale. Ma nonostante tutta la miseria che ci circondava Mamma Gigia ebbe sempre buona cura di noi e seppe mantenere quella regalita` che era innata in lei. Mai si lascio` andare e la vidi sempre vestiva in un modo decoroso ed elegante qualora si doveva recare in paese. Erano cose non nuove si sa` bene, ma era il suo portamento fiero e signorile che sempre la distinse tra gli altri. Anche subito dopo il nostro ritorno dal campo profughi, pur quando faceva lavori umili per sopravivere, al suo passare sulla piazza cittadina la gente che incontrava usava riverirla con un “Buondi` Siore Gigia.”
"Una storia interssante ma ancora una volta non sei venuta al punto che desidero conoscere. Semplicemente spiegami come tu e Mamma Gigia andaste in Ungheria e da dove venne quel sacco di quattrini, quando le vostre condizioni economiche erano stressate al massimo? Questo e` il punto che non posso comprendere pienamente ."
"Credevo lo avesti ormai immaginato. Tutto fu arrangiato da Barbe Toni, naturalmente. Hai capito che era lunatico, sicche` quando meno te la aspettavi lui usciva con le idee piu` stamballate e stravaganti. Non solo, qualora si metteva in testa una cosa non vi era scampo di fargliela cambiare.
“Io e mia madre lo vedemmo arrivare un pomerriggio estivo e come di consueto Mamma Gigia e suo fratello iniziarono un lungo discorso. Era abitudine di Barbe Toni di voler conoscere tutto da parte della sorella, sicche` anche quel giorno fu molto inqusitivo. Poi parlottarono dei giorni lontani quando tutta la famiglia si trasferi`, per volere del loro padre in Ungheria... no mi sto` sbagliando. Discussero quando il loro padre Francesco li volle tutti in Transylsvania. Ora non ricordo completamente tutto quanto si dissero, ma ricordo la domanda che improvvisamente Barbe Toni le fece "Dimmi Gigia hai nostalgia di Budapest?"
Mia madre Gigia che da sempre aveva sempre rimpianto quei suoi giorni govanili le rispose, “Giorni indimenticabili, Toni.”
Fu tutto quanto si dissero. Barbe Toni non fece altre domande, e La Gigia non aggiunse altri commenti. Mia madre non tenne allora in considerazione la strana domanda del fratello, o dove egli volesse arrivare con quella domanda sicche` non diede alcun valore a quell’incidente.
“Ma la sorpresa fu enorme quando due settimane piu` tardi vedemmo arrivare nuovamente Barbe Toni. Ti ho detto prima che le sue visite erano ad intervalli di lunghi mesi, sicche`nel rivederlo nuovamente cosi` presto era alquanto strano.
“Toni chiamo` mia madre, e senza alcun preambolo e dopo un affrettato abbraccio, presento` a mia madre Gigia una lettera, nel mentre, con il suo usuale tono burbero che non ametteva dinieghi le disse, "Tutto e' prearrangiato per te e tua figlia Antonia. Qua` trovi i biglietti di viaggio, ed hai pure questa lettera con scritto un indirizzo di Budapest. Presentatevi la` al piu` presto, Vi stanno aspettando. E' tutto pagato, alloggio e vitto. Inoltre riceverai da loro una lettera di credito per le tue spese personali. Voglio che tu riveda quei posti e che ricordi quei giorni passati. Purtroppo troverai che oggi, non e' piu la Budapest di allora."
"Capisco che Barbe Toni potesse essere generoso con la sorella, ma perche` mai ha incluso pure te?"
"Well Carlo, quella e' un'altra lunga storia che un giorno ti raccontero'. Sappi ora che Barbe Toni aveva con me un vecchio debito, di quando vissi a Nimis da lui per oltre due anni. Pensai che quello era come volesse sdebitarsi sul mio conto. Ma poi chi poteva veramente comprendere le sue stranezze? Te l’ho sempre detto che quell'uomo era un po' matto, e tipi come lui bisogna prenderli come sono, e buonanotte!" Mia madre mi rispose con un sorisetto un po' sardonico e divertito.
Poi continuo', "Le sue benevolenze verso mia madre erano forse dovute al fatto che Barbe Toni e zia Jole non ebbero mai figli. Quella poteva benissimo essere una buona ragione per essere generoso verso sua sorella Gigia e me, ma poi ripeto, nessuno poteva spiegare cosa veramente pensasse. Barbe Toni, era come un pezzo di acciaio temperato e difficile da scalfire in profondita'. Un momento era generoso ed il prossimo momento era rude con qualsiasi gli fosse vicino.ed in quei momenti dovevi sentire le bestemmie che sempre arrivavano ben mescolate con le Ave Marie. Orrori uscivano veramente dalle sue labbra. Propio roba da non credere a meno che` avesti vissuto per un certo tempo accanto a lui... e si, io vissi con lui per oltre due anni a Nimis... Ma te l'ho detto ormai, quella e' un'altra storia."
E quelle furono le sue ultime parole riguardante i Tullio per quel giorno.
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