Persa la strada
per quella casa rivestita di luce
affievolita, oscurata da una nebbia
lentamente calata di
ovattato, sordo e cieco silenzio
Quel sorriso di candide perle
lo sguardo di terra bruciata
restavano ultimi fluttuanti bagliori
Quell'opaco velo si era posato
come calda rassicurante mantella
sul cuore spezzandone le ali
Ripiegale anche tu, non volare
fatti ricoprire da queste pesanti gocce
che scivolino pure graffiando la pelle
della tua anima spezzata
Reciso quel nodo gelato sulla gola
hai dato vita alla geografia dei tuoi sentieri
scavalcato fiumi e colline
giunta alla dimora perduta
spalancate porte e finestre
un lume per scindere
il buio dal giorno
lama d'arcobaleno giunta
a rischiarare quell'oscuro tana
E' stato un brusco risveglio
un battito è bastato
a sgretolare la patina celata
Non guardare con gli occhi
non ascoltare con le orecchie
butta via quella vecchia mappa
liberati di cecità e sordità
Leggero il fardello rimasto
non era ancora un volo
come un pulcino nel nido
mi hai accolto, vola mi hai
detto, ricopriti del vento
condividi la mia e la tua libertà
e se hai paura di cadere
pensa a ciò che avevi perduto
Fermato il tempo, allargato lo spazio
ecco il mare, l'orizzonte baciato dal cielo
ecco quella terra, la vedi?
Quello è il luogo dove sempre ci
incontreremo, dove pulsa il nostro sangue
lascialo scorrere, senti la sua musica
questa è nostra, non il pentagramma,
la sua essenza vitale,
mi appartengo, ti appartieni,
La tua felicità è la mia, risposi,
questo è la sola riga che rimane
nel vocabolario dell'amore
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