Scritto da © stellasenzacielo - Dom, 02/06/2013 - 16:23
Vedo
i sogni e le aspirazioni
corroborarsi
in acida pudicizia
e il tempo della notte
che si rischiara
ai piedi del ventre gravido
della luna madre.
E ciechi assetati spiriti
brancolano
nell'arsura del mio eden
elemosinano
la mancia del padre
senza mai lambire che polvere
tra le mani.
Nebbia delle valli,
umidità delle fonti,
in questa tarda primavera
consumi anche l'ultimo sintomo di vita
e spalanchi senza remore
le fauci dell'armistizio.
Ora non ci sono più soldati,
solo uomini stesi a terra,
gli occhi biglie lucide.
Regna incontrastato
un elegante ed esplosivo silenzio
che come una serpe
s'insinua tra le menti
e gli sbocchi dell'anima.
Rimango immobile
all'appiopparsi delle nevi e delle ceneri
di questo mondo
che è un uomo calvo
e attraverso i suoi calcoli
mai che si lasci perdonare.
Rovereto, 2 giugno 2013
Caterina Manfrini
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