Scritto da © Stefania Stravato - Dom, 23/09/2012 - 12:33
così, mi restano - fragilmente inutili -
tra le mani
echi. lontananze ormai, solo frammenti
e il frastuono di frane
che dilagano improvvise
li conduce
a margine dell'ascolto
scavando onde di pietra nel buio
- cavalcano vento -
o inestinguibile dolore
questo mi appartiene,
stagioni cieche che si inseguono nelle vie di cenere
in ogni sguardo alle colline.
questa memoria
che precede di un passo l'alba
e resta
a mezz'ombra tra le ciglia fino a toccare
tutte le notti il freddo di una tomba senza fondo
di vivere, questo mi appartiene:
la coscienza di averti avuto
respiro e sangue e lacrima di sole
lungo il silenzio di tanta neve.
(adesso stai nel petto
e mi copri il cuore con acqua di mare)
figlio.
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