Scritto da © Bruno Amore - Dom, 27/02/2011 - 16:47
(trattare con cautela)
Che siamo qui a rimestare
come poter sopportare nella vita
colpe e rimorsi, se poterli spartire
come si fa coi beni di una eredità
o doverli tenere insieme al resto
che ci tocca, come la morte.
Da quando lasciati soli e scalzi
davanti alla vita, un cratere vuoto
e lì indecisi se fare o meno
il passo decisivo verso quello spazio
che tuttavia incessante chiama
con la voce di un buccino ritorto
quando lo porti all'orecchio:
risuona l'immenso cupo rumore
delle onde del mare e sembra
il vento di uno sconfinato nulla.
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