Scritto da © Stefania Stravato - Mar, 31/07/2012 - 14:05
quasi che ogni singolo gesto adesso
si muova su aderenze d'acqua.
e allontana le linee di solstizi già esplosi.
vorrei dormirci mille anni
nel passaggio di questa stagione più stretta di una ferita al ventre
non si impara mai quanto pesa il cuore in bocca, il silenzio
dei morti nella trincea
in quanti modi si sta nella notte, dimenticati
tirandosi al petto la memoria che dentro tiene troppe nostalgie
come si passava, ricordi?
nel sole, tra i sassi
i fianchi alle more, i voli lunghi di rondini
diversamente
non so più toccarti. da luogo a luogo
né di altre narrazioni, nuove foglie
neppure in controluce,
che ho dolore di calceviva ad aprirmi i palmi.
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