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sid liscious book 13

L'estratto cento ventuno
 
( Ora due classiche composi/azioni di Pic l'asso visionario del creare per collegamento )
 
L'apprendista sprecone
 
Credo fu "il cameriere di Siviglia" che m'indirizzò dalla "burina" "una notte sul ponte caldo".
Disse che c'erano almeno "quattro (st)ragioni" per farlo.
Era stata la donna del "torero di Raval"... quando massaggia "spiazzanoci"... spesso si trovava occupata con "Tristano"... al che io avrei potuto approfittare di "Isotta" e se per caso innestava "la nona"...
Traversai allora deciso per una "toccata e fuga". 
"Allegro ma non troppo" e con moto "andante".
L'incontrai alle "nozze di Sigaro".
Me l'indicò "l'Obello"... il "trombatore".
Quello col "flauto magico" nella patta per intenderci.
Subito mi diede l'impressione di una parecchio "lAida" e con la "Mona ( molto ) lisa" diremo dalle mie parti in "sinfonia" da veneti.
Che difatti poi a prima vista sembrava "il lago dei cigni".
Mostra la "tasca" se vuoi "la saga dei tempi lunghi" mi disse.
"Adagio" le rimandai.
Non sono "don Chisciotte".
"In tal modo parlò Zarathustra" mi rispose.
Gli ho appena cantato una "requiem" sopra.
Facciamo in "coro" o "sol(f)etto"?
Preferisco una "cavalleria rusticana" testa a testa.
Come "Guglielmo Tell" io appunto te lo metto mica sono un "Nabucco".
Di "Norma" con "Manon" fan trenta euro.
Per "Pimpinone" cinquanta.
Sessanta se "Rigoletto" che devo metter la dentiera e si consuma.
Per cento disturbo la "Maria Stuarda".
Ed il gioco con il "Butter... fly"( che ci ho anche l'inglese ) per il di dietro lubrificato "Turandot... are" ti viene duecento soldoni.
"Una follia" feci.
"Otto mesi in due ore".
Alla fine presi tutto il "concerto".
Ne "valser" proprio la pena.
"L'Orlando furioso" sembrava "la zingara".
Mi distrusse "Belisario" svuotò il portafoglio e sfondò perfino "gli stivaletti" ed in seguito, ritirando la grana, con fare da "fanciulla del west" " la traviata" sorrise canticchiando un bel stringi stringi alla fine caste o mignotte "così fan tutte" e...
E se n'andò "vivace" e sicura verso un'altra "sonata".
 
Tu libri egli libra voi librate essi librano io... io libravo
 
Sui vent'anni leggevo gli opuscoli di stampa alternativa e dell'Internazionale situazionista.
Sui venticinque l'Introduzione alla metafisica.
In quel tempo Siddharta e Tremila formiche rosse lavoravano volentieri per ed in me.
Così con una Metamorfosi conobbi Bilbo Baggins che giocava le Biglie di vetro, al che magicamente delle Vite immaginarie s'accoppiavano, col Conte di Maldoror, per generare un Faustroll esilarante almeno quanto l'uomo triste viveva felice nella Laguna dei bei sogni e di per cui...
Di per cui percorrendo entusiasta diversi Sentieri nel frattempo ero arrivato a Katmandù e Sulla strada avevo incontrato Uomini straordinari, Aforismi e Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta e... 
E fin qui tutto benissimo chiaramente, solo che ritornando purtroppo ed all'improvviso, ebbi modo  d'apprendere dall'Aleph quanto il diventare immortali può trasformarsi in grande sfortuna.
E fu un colpo durissimo ovviamente, ergo...
Ergo d'allora in poi sono stato praticamente costretto a dedurre che Eliogabalo in realtà era fantasma da un bel po'.
Che In nome della rosa non fa assolutamente nulla nemmeno Nessuno e che...
E che Il monte analogo alfine era stato conquistato con uno stupido Manuale del fai da te.
E dunque, manco bastasse, adesso non m'è difficile constatare il decisamente cattivo funzionamento della Soffice macchina o che la Divina...
La Divina in quanto tale s'è vaporizzata indi...
Indi scusate ma non provo più piacere.
So fin troppo bene infatti come oggi il ritratto è obbligato a raffigurare Dorian Gray.
Lo so fin troppo bene.
 
L'estratto cento ventidue
 
( "L'acqua era santa" di Iezzo col pezzo più in là del vezzo )
 
Non so per te però a me Marisa... 
A me, giunti a questo punto, pare proprio d'udire con l'animo la necessità di nuove percezioni.
D'un rinnovato intuire, Marisa.
D'una diversa idea d'ideare.
D'una prospettiva finora non afferrata, Marisa.
O in subordine di qualcosa che sappia farcele balenare queste cose.
D'un nuovo cibo, ad esempio, i cui contenuti siano stimolatori ed in grado di mandarci nell'oltre adesso, Marisa, ma...
Ma assodato all'incirca per il novanta per cento siamo fatti d'acqua, Marisa, io direi cercando nuovi percorsi dovremo concentrarci su di lei, Marisa, e capire se c'entra qualcosa con questo nostro stallo intellettuale e pratico.
Che sono anni non s'avanza d'un millimetro su conoscenze in grado d'aggiungere e che siamo capaci solamente nel riparare o nell'obbligare.
In fondo pure l'acqua lo sappiamo è stata molto disturbata dai nostri comportamenti, Marisa.
Infatti è sempre torbida di particelle strane e non cade più dal cielo sopra soffici fiori o tenere foglie, Marisa, bensì addosso a superfici loro malgrado ricoperte di schifezze e depositi vari che la costringono, essendo scivolosissime, non a beate vaporizzazioni, Marisa, bensì..
Bensì a vere e proprie slittate lungo discese, assai pericolose, fino a precipitare rovinosamente per terra.
La quale manco bastasse, Marisa, essendone estremamente bisognosa, data tutta l'aridità a cui la costringono i nostri gas ed nostri camini, altro non può fare che inghiottirsela voracemente, Marisa, senza lasciarla prima decantare tale tanto piace a lei.
Per non parlare poi di cosa la considerano canali e canalizzazioni in cemento, Marisa.
E pensi l'acqua possa non venir provata da tutto ciò e da tanto altro ancora?
No ovviamente dunque anche lei, Marisa, al pari delle piante e degli animali, può benissimo essere parecchio risentita verso di noi.
Tanto da decidere d'inibirci i suoi componenti che, quando eravamo pieni d'immaginazione ed inventavamo con continuità, ci facevano deflagrare la creatività, Marisa.
Sì perché l'acqua che gira per la terra sarà molta se non che è sempre quella, Marisa.
Non se n'aggiunge una goccia nel corso del tempo.
E nemmeno se ne toglie una goccia ergo la sua personalità, Marisa, dopo millenni di abusi, dopo chissà quante vaporizzazioni forzate, dopo milioni di cisterne lavate, Marisa, e dopo... 
Dopo tutte le trasformazioni in pisciate, Marisa, la personalità può ancora aver conservato l'etica originale?
Per me chiaro che no, Marisa.
Sicuramente.
Lei adesso è incavolata con noi, Marisa e...
E non credere i nostri scienziati non lo sappiano ch'è intelligente,  cosciente e decisa al contrattacco, Marisa.
La stanno cercando casualmente nello spazio per conto tuo Marisa?
Credi Marisa.
La cercano là fuori unicamente in quanto per quella che eventualmente troveranno saremo dei perfetti estranei, Marisa, e ci metterebbe milioni d'anni a conoscerci come la nostra.
Milioni e milioni d'anni in cui potremo ancora fregarcene bellamente, Marisa e...
E cioè per riperpetuare la solita storia, Marisa.
Quella che possiamo tranquillamente chiamare la maledetta solita storia, Marisa.
Siamo veramente messi male insomma, Marisa, però siccome all'uomo voglio bene ed in lui, nonostante tutto, credo ancora, Marisa, allora azzardo è stato mandato sulla terra dal creatore molto, molto, molto, diverso da com'è adesso, Marisa.
Egli di suo mise l'animale rispettoso della e per la sua vita, Marisa, è...
È stato poi qualcun altro, probabilmente un suo nemico Marisa, che attraverso l'evoluzione ha fatto si la bestia... 
La bestia diventasse ciò che tutto spadroneggia e divora causa auto proclamarsi intelligente e di per cui utile, Marisa.
E dico questo, Marisa, perché è palese che una intelligenza superiore e divina mai avrebbe inserito volontariamente una variabile incostante, ed incontrollabile Marisa, dentro un sistema funzionante coralmente.
L'evoluzione, secondo me, indi è chiaramente venuta da fuori il creato, Marisa, e probabilmente apposta per ammalarlo.
Sì!
Manco se un'invisibile manina sterilizzata di chirurgo ufo, ad un certo punto Marisa, avesse nascosto un microchip in un posto segreto del corpo d'uno scimmione.
Ed i risultato è da quel giorno il primate, o l'ex primate Marisa, altro non può fare che eseguire gli ordini del cervello nonostante... 
Nonostante sia sempre abbastanza devoto al creatore, Marisa. 
Non vi fu difatti cancellazione delle memorie magnetiche, Marisa, bensì unicamente una deviazione di senso indotta da una nuova determinazione forzata, Marisa.
In fondo noi stessi oggigiorno facciamo miracoli al microchip, Marisa.
In fondo una razza evoluta può farli da chissà quanto tempo questi miracoli, Marisa.
Ed in fondo i nemici di Dio non possono che essere divinità a loro volta, Marisa, e pertanto messeri perfettamente in grado d'ordire sitante situazioni, Marisa.
O no? Marisa.
Ovvio, Marisa, se non che intanto sul campo rimaniamo noi, Marisa.
Noi e la nostra malattia di non assegnare la giusta importanza pure alle altre vocine e presenze interne che possediamo, Marisa e...
E quindi un piccolo rimbrotto, con il massimo rispetto, a lui di sopra lo dobbiamo proprio fare, Marisa.
E che cavolo!
Dobbiamo proprio rimediare da soli?
 
L'estratto cento venti tre
 
( "Cronaca vera" di Ripa l'operazione chirurgica rapportata all'operazione informare ) 
 
La terra mangia.
Mangia uomini, animali, piante.
Li semina e coltiva poi aspetta o provoca la loro morte ed ingrassa.
Polvere ritornerai.
Bel motto.
Anticipatore e preveggente e venuto da uno che aveva già capito tutto.
Mi piacerebbe sapere se il diametro del nostro mondo con il passare del tempo aumenta di misura.
Il ragionamento è semplice.
Stati e strati di polvere su una palla e la distanza dal suo centro giocoforza si fa via via maggiore.
E gli eventi atmosferici sono i suoi succhi gastrici.
Neve, pioggia, grandine, caldo, gelo, siccità, umidità, vento.
Probabilmente ognuno con una funzione ben precisa.
Sparo a caso.
Vento per radunare e sovrapporre, la polvere ovviamente.
Pioggia per irrorarla.
Grandine e neve per pressarla.
Gelo per solidificarla.
Caldo e freddo per separarla.
Siccità ed umidità per modellarla.
Ed in principio la fermentazione e la putrefazione in luogo chiuso e farcito di gas auto generati dai componenti stessi.
L'atmosfera naturalmente.
Chiusa ermeticamente ed impossibile da scavalcare, esattamente com'è impossibile andare oltre il coperchio ai gas dell'uva che fermenta nella botte.
Certo le proporzioni sono diverse.
Ma immaginiamo per un momento una botte che contenga tutta l'uva da trasformare in vino del mondo e... 
Ed il quadro è uguale.
Ingrassa dunque la palla.
Ed ingrasserà, ingrasserà, ingrasserà.
Ingrasserà ragionevolmente riducendo l'atmosfera.
Non ha mezzi per ingrandire da sola la botte.
E la pressione dei gas dunque in lei aumenterà.
Ed aumenterà ed aumenterà ed aumenterà.
Ed aumenterà fino a risultare insopportabile.
E chi cederà allora?
Difficile lo spazio rinunciando a parti di vuoto.
Troppo immensa la sua forza.
Probabile la palla pertanto.
Un boom colossale da cui usciranno fuori pochi terribili frammenti.
Quelli che riusciranno ad arrivare al contatto, tipo le navi spaziali, con l'angolatura giusta.
E sarà materia incontrollabile in giro.
Materia che urterà altra materia e n'impedirà le normali funzioni.
Che porterà squilibri gravi.
Che se non rimossa con velocità e destrezza certamente causerà il decesso, fra mille sofferenze, dell'intero sistema.
Fortuna si può fare in tempo a rimediare.
Io lo so.
Solo cronaca quindi codesta?
Sì.
La cronaca colorata e metaforica assai della mia subdola peritonite.
 
L'estratto cento ventiquattro
 
( "L'orchestra sintonica" di Cipò l'uomo che sa cosa c'è sotto )
 
I concerti dell'orchestra sintonica non comprendono l'uomo tra gli esecutori.
I concerti dell'orchestra sintonica non prevedono strumenti.
I concerti dell'orchestra sintonica non vengono letti su nessun pentagramma e non succedono mai secondo previsto programma e del comporre o di prove o d'una produzione se ne fanno un gran baffo e...
Ed i concerti dell'orchestra sintonica per gustali appieno d'una particolarità hanno bisogno assoluto.
Del silenzio delle umane attività.
Un elemento è fondamentale invece, guarda caso lui in sé e per sé parecchio silenzioso, il vento. 
Gran maestro d'esibizione per definizione se non erro.
Normalmente le overture sono garantite dalla quercia, dal pioppo, dal platano, dal vecchio faggio o dal castagno.
Vale a dire i suonatori stazionanti in alto sul palco.
Pian pianino il loro incedere incalza prendendo corpo di sinfonia in divenire.
Direttore soffio s'è appena svegliato e comincia, appunto adagio, ad inventare il suo spartito.
Ed è uno spaziare d'archi che dispiega per l'aria nel frangente ed il volume comincia a lievitare.
Al che entrano in scena, con discrezione, il leccio, il nocciolo, i frassini e qualche selvaggio albero da frutto.
Che sta ad indicare i musicisti posizionati sulla metà del palco.
E sono i flauti allora ad impossessarsi della scena.
Anzi i flauti, i fagotti ed i corni preciseremo, che queste piante, dotate d'intrecci di rami dai diametri differenti, lasciano giocare il conduttore con il ritmo e che alcuni passaggi nei loro snodi bassi riproducono perfettamente le tonalità pregne del clarinetto.
E pertanto, ora che c'è corpo, il pino lascia cadere qualche pesante pigna, che cozzando di qua e di là prima di toccare il suolo mima i timpani.
In ciò aiutato da alcuni rami secchi che si spezzano e precipitano anch'essi.
Ergo il cipresso con le sue trame interne aggiunge immediatamente i timbri soffusi di trombe in sordina ma...
Ma ecco subito dopo entrare in scena il sottobosco e quindi il pianoforte garantire un notevole supporto al tutto ed il coro ovviamente gestito divinamente da vari animali e... 
E non è finita che le foglie secche ed i fiori dalla corolla profonda cominciano ad imitare lo xilofono.
Le une rotolando e ricavando suono dagli ostacoli incontrati, gli altri rimandando per l'aria il refolo che viaggia quasi o proprio parallelo al suolo. 
E previo averlo caratterizzato con le loro forme e cavità naturalmente.
E qui bisogna mostrare un orecchio veramente goloso allo scopo di cogliere il contributo di ogni singolo petalo coinvolto, che vibrando aggiunge note di contrappunti leggiadri.
Indi al possente incedere mancano unicamente le arpe, dunque il maestro da indicazioni alle fughe della rapida o della piccola cascatella o del singolo gorgoglio prestato dal vicino fiume.
E questo succede a seconda del modo in cui intende proseguire, che oramai s'è destato del tutto e di conseguenza, assodata la sua immensa classe, può accadere veramente il musicalmente impensabile.
Non...
Non si sa a priori quanto durino le esibizioni dell'orchestra sintonica.
Dieci minuti, due secondi o tre giorni per lei sembra essere uguale.
E delle volte diremo non è nemmeno soave e tonico assistervi.
Se non che una cosa bisogna riconoscergliela nonostante alcune sue opere, soppesandole una volta eseguite, appaiano addirittura stonate.
Non si chiama sintonica a vanvera.
La sintonia ch'irradia all'abbandonarsi a lei infatti dev'essere sorta, dentro chi la segue, in anticipo rispetto al suo show per poter essere gustata in pieno.
E codesto fatto non dipende minimamente dalle sue virtù gemellini miei.
No no no.
 
L'estratto cento venticinque
 
( "Il mare del bel tempo" di Sauro il geograficamente predestinato )
 
«Che bel nome.
Che posto è?».
Ah è un luogo magnifico.
Lì si sta sempre benissimo.
Intendiamoci il nome non la racconta proprio giusta.
No no.
Pure lì ci sono giornate piovose o d'alti e bassi morali, esistenziali o d'umore.
E vengono anche la neve, la tempesta, la siccità e l'inondazione.
«E perché si chiama così allora?».
È un fatto strano eppure percepibile e verificabile in prima persona.
E poggia le basi sul come intendere bel tempo io credo.
Non so capita mai a te che ci sia burrasca eppure ti senti a meraviglia lo stesso?
O che hai desideri irrealizzati ma comunque la vita t'appare splendida?
«Uhm non tanto in realtà, però sì devo dire alle volte sì».
Ecco quella situazione geofisica è incredibilmente simile a queste cose.
Tu arrivi e semplicemente guardando e toccando in giro ti ritrovi immerso nello stare divinamente e di conseguenza appunto nel bel tempo.
Sembra quasi ti faccia di colpo dimenticare tutto il resto.
Le tristezze.
La situazione economica.
Le noie col capo.
Il litigio con l'amico e perfino le grane che ti procurano le cervicali.
«E come hai fatto a scoprirlo?».
Mi ci sono imbattuto casualmente una sera.
Non avevo niente da fare e voglia di fare niente, al che mi sono perso in giro.
E gira e gira e gira l'ho conosciuto.
«Hai avuto fortuna».
Quello è certissimo.
Una fortuna che spero non passi presto.
«Mi ci porti?».
Impossibile.
«Ma dai impossibile».
Impossibile credi.
«Lo vuoi tenere tutto per te codesto mare del bel tempo?».
Assolutamente sì.
E guai a chi me lo tocca.
«Anche se lo faccio io?».
No in quel caso no.
Tu puoi farlo.
«Allora portamici no?”.
Ancora impossibile amore mio.
Il mio mare del bel tempo sei tu.
 
L'estratto cento ventisei
 
( Quattro cose di Berti l'allusivo selvaggio consapevole )
 
Dub Babylon dub
 
Gli specialisti della chimica cercano la frontiera finale, ma il guerriero dal di là del mare viola canta, assieme ai fiati della vittoria, che il ciclo vitale è un'azione diretta contro l'oppressore proprio come la selezione naturale è la goccia che fa cadere i muri e...
E dunque solo quando mi sveglio cosciente di ciò la dorata stella del mattino è vergine, allora vieni correndo a trovarmi.
Potrai vedere l'antilope, il leone e la terza parte della gara dei cinque cani.
Sarai il benvenuto nella città della libertà, dove alti ideali e pazzi sogni vivono la loro sconnessione.
Dove alcuni amori possono fermare l'ora.
Dove la madre non piange.
Ascolterai immobile che ti dice tu sei l'uno così...
Unicamente così, ritornerai ad essere gioiello di creazione.
Nun te scurdà!
Senza sentimento piace a loro.
Per noi la sola alternativa passa invece per un basso che sconfina.
Gira gira.
Gira gira.
Gira gira.
Babilonia.
 
Come
 
Come.
Come magma inarrestabile, che sgorga da vari vulcanici centri, la città avanza espandendosi.
Come schiuma alimentata costantemente, da turbinosi torrenti soporiferi, la periferia continua a proporre nuovi avamposti.
Come fiume in piena perenne tutto erode la poderosa zona industriale e...
E come crepa che dirama sul cristallo tesse instancabile la sua trama il pericoloso ragno strada.
Come non bastasse immancabilmente altri piani s'accatastano sui palazzi e disgraziatamente in alto stazionano fili, luci, squallidi ripetitori, parabole, antenne e vari parecchi altri mezzi da sollazzi.
Insomma per non tirarla tanto in lungo come sempre...
Come sempre mi verrebbe da protestare, ma stavolta invece ho deciso di provare ad accettare.
Come a dire, pure se certe cose ti disturbano non lasciarti turbare.
Tu segui solamente il tuo bersaglio considerando quello che l'allontana unicamente un intoppo e per il resto vedi di convivere serenamente con le tue coscienziose rimostranze.
In fondo...
In fondo hai presente come e quanto, gode una mucca ben pasciuta stesa sopra il suo bel paesaggio di letame?
No?
Be'!
Semplicissimo direi.
Come noi. 
Come noi.
Come noi.
Salame.
 
Di quando
 
Di quando.
Di quand'ero una rana ricordo molte belle situazioni e di quanto dovevo stare attenta a zoccoli e scarponi.
Di quand'ero una rana ricordo allegria nel prato tra ogni erba e di come avevo maturato la mia giovinezza acerba.
Di quand'ero una rana ricordo storiche cantate con le amiche e di quanto le mie più normali soddisfazioni fossero uniche ed infinite.
Di quand'ero una rana ricordo pozze d'acqua ancora incontaminata e di quando le lucciole invadevano con fiaccola immacolata.
Di quand'ero una rana ricordo quanto diventare madre ti fa sentire un tot prestigiatore e di come la mosca m'assopiva il languore.
Di quand'ero una rana ricordo pure di quanto fosse paralizzante ogni incontro col serpente e di come una volta evitato mi sentivo vincente.
Di quand'ero una rana ricordo anche di quanto la vita mi scorreva dentro gentilmente tra una mangiata, una dormita e parecchio saporito dolce far niente e...
e di come del dover morire avessi una teoria inesistente.
Poi...
Poi tentai d'attraversare una strada.
 
Di come
 
Come latte da un seno esce dalla penna un suono.
Come bocca di bimbo che poppa lo accoglie il foglio in dono.
Come magica apparizione lo vede svilupparsi e caratterizzarsi l'uomo.
A volte è intimo.
A volte è tuono.
A volte smaschera.
A volte chiede perdono.
Di per sé poi se ne sta lì buono.
Non chiede che d'avere un tono e...
E della sua importanza sa bene quanto sia potente l'arroganza, di per cui...
Di per cui l'orecchio mio si trova al suo cospetto prono ed allora con l'occhio piacevolmente sopra vi zumo dato con lui mi sento proprio un tutt'uno in quanto...
In quanto m'informa che le parole servono prima di tutto per ascoltare.
Ascoltare ognuno. 
 
L'estratto cento ventisette
 
( "Il mio mio mio amore" di Vera come le parole che ha scritto )
 
Me lo descrivo dunque il mio personaggio interno "uomo" amore.
Non capite?
Ah vabbé! 
Allora vi dirò sto parlando della persona, che sento dentro, dalla struttura corporea indefinibile per l'alfabeto ed avuta dalla vita in dono.
Cioè di colui che m'attiva la funzione innamoramento ed altre virtù amabili per intenderci e finirla d'essere contorto.
E comincio subito chiaramente.
E' bello, nobile, forte e proprio come le figure che si distinguono, cammina con fiero andamento e vorrebbe sul serio fare del bene all'universo intero.
Lui annusa l'aria con presenza disinteressata o aleatoria, ma si dimostra molto sensibile verso le vite e non le accetta mai prigioniere o sottomesse o sopravvalutate d'egoismo.
Poi cerca anche d'intervenire, per quello che può, allorché sente puzza d'ingiustizia e ciò è onorevole nonostante alla fine non riesca mai a castigare severamente il marrano in quanto... 
In quanto lui sa d'istinto quanto la punizione e la vendetta siano vicende praticate da stati d'animo inferiori.
E fino a qui m'incontra nel centro e...
E pertanto direi siamo abbastanza in sintonia, così aggiungo pure lui sembra deambulare contento con me in giro per il mondo.
Vuole conoscere ed esplorare e trovare connessioni curioso in tutte le immagini che lo sguardo mio gli fa pervenire.
Adora i paesaggi, gongola estasiato mentre si specchia nel senso d'un gesto, gode dello scalpitio dei bambini e si vergogna arrossendo le gote un pochino quando incontro persone.
Ottimo quindi, ancora azzarderei.
E fa anche ovviamente e probabilmente contemporaneamente ogni giorno comunella e talvolta baldoria, con i suoi amici interni, finché non scende la sua sera e si stende sotto l'albero del cuore allo scopo di dormire rilassato, indipendentemente dagli affari miei e dalle fasi ambientali che attraversa la mia giornata.
E qui cavolacci ha un difettino di forma.
Una piccola carenza azzarderemo.
Dormendo infatti normalmente pari a tutti sogna ed in questo nulla da ridire o rimproverare, bensì laddove nel suo sogno appare, stranissima coincidenza, la persona sua corrispondente figura interna appartenente al corpo che io sto realmente incontrando, può darsi per la prima volta, in quel frangente ecco all'istante...
All'istante si sveglia di soprassalto ed è tutto agitato.
Fa pulsare veloce il cuore ed immediatamente va in cerca della sua gemella dolcezza e la rianima e rigenera lesto l'affetto ed alla generosità ed alla gioia del vivere toglie le ancore.
Corteggia insomma, con un discreto stile sottolineerei, l'entità amore abitante dentro la donna che io forse m'appresto, diciamo causa svariati motivi tipo lavoro eccetera eccetera, a frequentare coinvolgendomi e qui serve un bel purtroppo nel suo trasporto.
Oh!
Intendiamoci lui fa tutto con classe se... 
Se non che in quei momenti viaggia dannatamente un tot fuori dalle rotte normali.
Si sente protetto ed al sicuro avvolto dalla dolce tormenta di panna tipica del caso e di per cui esageratamente autorizzato a perseverare nei suoi intenti al punto tale...
Al punto tale non è nemmeno considerata l'altrui reazione.
Né la mia, né quella del soggetto incontrato, né colei della di lei interna figura a lui corrispondente ( che magari stava invece  smodatamente sveglia ).
E viaggia perciò privo di dubbi e fiero di sé e convinto in quel miscuglio di passione, desiderio, coinvolgimento, trasporto ed altre calamite varie che l'ha catturato però...
Però viaggia minimo senza badare al vento, agli incroci, ai semafori ed ai passaggi a livello tanto che...
Tanto che finisce "frequentemente" per essere investito da un treno in corsa rimediando...
Rimediando grande, inaspettata e sgradita, sorpresa e tagliente ferita.
No!
Tranquilli non muore.
Semplicemente resta dapprima un pò in coma.
Dopo riapre gli occhi dubbioso e rimane lì sulle sue in ammollo nel suo brodo altro tempo, probabilmente  cercando di definire chi tra lui ed il sogno c'è rimasto secco nell'impatto ed alfine, una volta decantato l'umore pesante, fa l'insonne durante lunghi mesi o in talune occasioni per degli anni addirittura al che...
Al che tocca a me d'alzarmi e pedalare considerato rimangono svariate situazioni comunque da perseverare, in attesa lui si rianimi e riprenda ad annusare.
Ecco questa è, in breve riassunto, la sua favola ed è parecchio surreale e...
E sinceramente non so se me n'è capitato uno di sballato o particolare rispetto a voi ma...
Ma so che malgrado tutto mi piace e diverte tale è e... 
E che alla mia storia, allorché il sogno riesce a vedere ricambiato, dona una leggerezza celestiale ergo...
Ergo, ora che con l'esperienza l'ho imparato, decisamente non lascerò nulla d'intentato se lui darà mandato, in quanto di più vitale e virale e spirituale di codesto simpatico "scemotto" sulla terra incontro poco che non si nasconda dietro o necessiti di qualche spinta dal contenuto d'una squallida pinta.
Che non si nasconda dietro o necessiti di qualche spinta dal contenuto d'una squallida pinta.

L'estratto cento ventotto

 
( "La favola dell'unica verità umanamente sostenibile" di Faio il meteopatico principe azzurro )
 
A nascere principe ci sono indubbiamente parecchi vantaggi.
Niente stenti, tanti agi, molti servitori e pure la possibilità d'incontrare grandi maestri d'armi ed i migliori insegnanti di cultura.
Ma a nascere principe, sembrerà impossibile, esistono anche degli svantaggi e...
Ed uno di codesti svantaggi, probabilmente il più temuto, è d'essere il bersaglio preferito dei sortilegi delle streghe.
Non s'è mai bene capito il perché infatti, eppure loro sembrano proprio avere una predilezione per i principi o le principesse e pertanto succede assai raramente maledicano direttamente un contadino, una parrucchiera o un barone.
Ed il nostro di principino naturalmente era stato avvisato del pericolo, però, come tutti i bambini, cresceva vivace ed adorava fare scherzi dei quali, tra tutti, il preferito era lanciare, dalla finestra della sua camera, secchi colmi d'acqua gelida sulla testa dei passanti.
E ne lanciò diversi e si fece moltissime risate ad udire le imprecazioni susseguenti e... 
Ed una sera versò quello fatale.
Sembrava una normale vecchietta, di cappellaccio e stracci vestita, il bersaglio ed invece, non appena colpita, reagì assai malamente e mostrando la sua orribile faccia ed alzando il suo gigantesco naso aquilino, munito ovviamente del classico brufolo nero e peloso in punta, proferì un terribile incantesimo.
«Ogni volta che t'innamorerai d'un umano sul regno cadrà una pioggia torrenziale e durerà esattamente fino a quando l'amore che ti pervaderà non scomparirà».
Chiaramente lui lì per lì non ci fece caso, che la questione ancora proprio non lo riguardava, bensì sarebbe diventato adulto e ciò avrebbe portato in dono il desiderio d'amare e questo avvenne e passati i dodici anni, fatalmente s'invaghì d'una compagna di studi e passeggiate e... 
E la pioggia incominciò a cadere nell'attimo in cui se ne rese conto e non smetteva più.
E passarono giorni, settimane, mesi, anni e nel mezzo di disagi incredibili.
Il regno si presentava adesso tale una gigantesca pozzanghera, il fiume aveva rotto interi gli argini e travolto ogni cosa.
Il fango e la muffa s'erano appropriati di strade e case e non smetteva, non smetteva, non smetteva. 
Fortunatamente la famiglia di lei, stanca delle tribolazioni, si trasferì altrove e lui piano piano, con la lontananza, sentì scemare il suo trasporto.
Che scemò, scemò, scemò fino... 
Fino ad una sfolgorante mattinata di sole.
Aveva un bel problema insomma il nostro protagonista e lo percepiva intero e bisognava fare qualcosa.
E furono consultati i libri e furono interpellati gli esperti e nessuno sembrava in grado d'indicare un rimedio e fu un vecchio eremita a porgere un barlume di speranza.
«La maledizione sembra rivolta all'amore fra individui» disse «ma ci sono sulla terra tantissime forme, oltre a quella personificata, degne d'amore più importante e se lui riuscirà a percepire un sentimento superiore verso quelle forme di conseguenza... 
Di conseguenza il normale amore fra individui passerà in secondo piano ed allora forse il potere del sortilegio svanirà».
Ed era un discorso complicato già di per sé. 
Figuratevi da mettere in pratica.
Ed il principe non ci riuscì, anzi s'innamorò perdutamente della figlia dei regnanti sulle terre appena di là del confine e ricominciò a piovere, piovere, piovere.
E nuovamente immani disagi.
E malumori serpeggianti ovunque e passarono circa sette anni stavolta in queste condizioni e nacquero dei figli e ci furono, nonostante tutto, diversi momenti felici fra i due innamorati e questi momenti felici irrimediabilmente a poco a poco persero mordente e cominciò di per cui qualche classico litigio di coppia ed il litigio portò in dono il risentimento ed il risentimento... 
Ed il risentimento fece in modo fosse eretta una barriera fra i due e la barriera lentamente ed inesorabilmente condusse ad una separazione e la separazione al finale d'un amore e... 
Ed il sole la mattina appresso fece capolino e la vita risorse nel regno e...
E la conseguente decisione del principe fu drastica.
Basta non posso correre il rischio ulteriormente.
Ho deciso.
Mi ritiro solitario nel profondo del bosco e lì rimarrò in eterno.
Il ragionamento in effetti si presentava chiaro.
Nessuna possibilità d'incontro uguale nessuna possibilità d'innamoramento.
E furono tempi atroci all'inizio.
E si pentì amaramente dei suoi scherzi di bimbo e la disperazione infinite volte conquistò il suo intimo.
Poi magicamente le cose cambiarono ed incominciò a farci l'abitudine.
A guardarsi intorno interessato.
A gustare il susseguirsi d'eventi in realtà diversa da quella abituale.
E gli piaceva sinceramente.
Scoprì gli piaceva sinceramente la grazia delle margherite.
Scoprì gli piaceva sinceramente il portamento del cervo.
Scoprì gli piaceva sinceramente la postura della roccia.
Scoprì gli piaceva sinceramente il distendersi del bosco.
Scoprì gli piaceva sinceramente ammirare le nuvole.
Scoprì gli piaceva sinceramente aspettare l'alba e...
E scoprì persino gli piacevano sinceramente le giornate di pioggia e quelle invernali e quelle nebbiose e...
E dunque percepiva diversa armonia in lui e con lei un doveroso rispetto verso il creato e la sua solitudine divenne in effetti inesistente.
Che sarebbe stata tale unicamente senza gli elementi naturali e che nulla avrebbe potuto avere importanza privandosi di loro o sotto considerandoli.
Ed un'enorme enfasi perciò irruppe nel suo spirito.
Ora la sera aspettava le stelle con trepidazione manco... 
Manco fossero l'amata leggermente in ritardo all'appuntamento.
Ora curava ed aiutava gli animali anziché cacciarli e mangiarli.
Ora adorava il firmamento e l'acqua e la castagna, in luogo d'impalpabili dei. 
Ora si preoccupava della salute dell'albero minacciato dall'edera ed ora si curava di salvare anche costei deviandola al posto di reciderla.
L'impossibile.
Era successo l'impossibile.
Le parole del vecchio eremita erano diventate di facilissima applicazione pratica. 
Aveva capito verso chi l'uomo dovrebbe sentirsi unilateralmente onorato nel rivolgere amore spassionato, attenzione particolare e sentimento totale e l'aveva fatto in una maniera che l'avrebbe portato pure a lottare, se necessario, contro la tantissima ignoranza e lo sperticato malcostume imperanti, nella logica corrente, in proposito.
E nel frangente guarda caso, nonostante indubbiamente si fosse innamorato, nulla accadde di maledizione.
Certo voleva ancora sentirsi coinvolto in meravigliosi rapporti interpersonali ma...
Ma senza mai dimenticare quella che, oltre qualsiasi opinione, è incontestabilmente l'unica, assoluta, semplice ed innegabile verità.
E, forte della nuova dimensione, tornò nel regno.
Ed incontrò e s'innamorò e non successe nulla, a parte il normalissimo susseguirsi d'eventi atmosferici e finalmente quindi, io direi, è stata scritta una fiaba che, riportando nelle giuste misure i sacrosanti valori primi, merita sul serio il finale e vissero tutti, cioè non solo gli uomini, felici e contenti.
 
L'estratto cento ventinove
 
( "Dentro la beffa la beffa atroce" d'anonimo divorziando )
 
È una storia quella che m'accingo a raccontare.
Una storia di quelle ch'è veramente una storia.
Sì perché, e lo dico con forza, all'epoca io cavolo...
Io cavolo m'ero impegnato convinto del sacrosanto diritto a certe rivendicazioni.
E mi sentivo di cuore e ragione assolutamente solidale con chi le pretendeva realizzate e trasferite nella realtà.
E m'ero ampiamente esposto fisicamente e socialmente in proposito.
Avevo promosso e guidato manifestazioni di piazza, dipinto striscioni, inventato slogan e scioperato perfino.
E partecipai inoltre attivamente a miriadi di convegni, firmai centinaia di petizioni, feci donazioni in moneta sonante per finanziare il movimento che rivendicava la parità per le donne ed il salario garantito alle massaie e la conseguente liberazione dal loro, fino a quel momento, obbligato destino di  badante allevatrice di figli totalmente dipendente ed in balia, del maritato maschio onnipotente.
Tanto avevo fatto per togliere loro etichette e dotarle di diversa considerazione insomma se non che... 
Se non che cinque anni fa persi il lavoro.
Persi il lavoro e con lui diverse sicurezze in proposito.
Da allora lavora la mia compagna infatti.
Ora è lei ad alzarsi la mattina brontolando tocca sempre a me.
Ora è lei a tornare stanca e dire la minestra fa schifo.
Ora è lei che paragona ad un purgante il mio modo di stirare le camicie.
Ora è lei a dire qui è sempre tutto in disordine.
I vetri delle finestre serve tenerli trasparenti.
I figli vanno a scuola vestiti orribilmente.
La bolletta del telefono fa rabbrividire.
Quella del metano ammalare.
Quella della corrente preoccupare.
Ed ora è lei che il sabato dorme fino a mezzogiorno e pretende il silenzio assoluto.
Che, ancora di sabato, il pomeriggio esce con le amiche e non rincasa prima di tarda sera.
Che la domenica guarda la televisione tutto il pomeriggio facendo richieste di generi alimentari vari dal divano e che... 
Che in generale e nel particolare io non vado bene per niente.
Aspetto trasandato.
Costantemente a lamentarmi di mille problemi decisamente minori paragonati ai suoi.
E mai uno slancio.
Ogni giorno, ogni giorno, ogni santo giorno la medesima faccia di bronzo.
E credetemi per me ciò è una condanna.
Una condanna.
Una condanna.
Una condanna.
E non è non ho tentato rilanci o varianti.
Solo al branzino ha preferito un panino.
Solo al nuovo taglio di capelli m'ha detto sembri lo spazzacamino.
Solo alla proposta d'una gita fuori porta manco s'è degnata di fermare l'inserimento d'un tramezzino.
E sinceramente non ho il coraggio di criticarla.
Lei fa entrare in casa la sussistenza.
Lei sopporta il capo in azienda.
Lei rimane bloccata nel traffico di punta.
Lei ha un collega bastardo.
Ed in conclusione dunque i ruoli si sono invertiti ed adesso lei è, al di là di ogni ragionevole dubbio, la dominante.
Certo io vorrei dirle ti ricordi?
Ti ricordi di quanto vi siete lamentate allorché stazionavate nella mia situazione?
Ti ricordi le umiliazioni ed il senso di vuoto nel vedere rincasare uno che, visto l'impegno profuso, ha delle aspettative fuori luogo?
Ti ricordi di quanto così il suo comportamento diventava grezzo ed insopportabile?
Credi.
Credi in definitiva ti capisco le vorrei dire.
E comprendo le condizioni cambiano.
Ed ammetto sei sotto stress ma tu non dimenticare tutto per favore anzi... 
Anzi almeno ricorda la questione che ti mandava più in bestia quand'eri ancora casalinga.
Non dovrebbe esserti difficile.
Lui sembrava rientrare unicamente per possederti.
Lui era un maniaco sessuale.
Lui non aspettava altro.
Lui capiva solamente rapporti carnali, orali, anali e quant'altro.
E tu... tu mia bella, per il resto in tutto e per tutto diventata pari pari, guarda caso quelli li hai seppelliti.
Un'atroce beffa nella beffa per me se permetti codesta.
E non va bene.
Vero abbiamo cambiato veste però rimango un uomo e pertanto, ripeto considerato materialmente e psicologicamente nel resto lo sei diventata, se ti preoccupassi di fare pure lì il classico marito cento o anche centosessanta, per cento proprio non mi dispiacerebbe.
E stanne sicura non mi mancheresti di rispetto né... 
Né ti rinfaccerei mi tieni buono esclusivamente per quello.
No, no, no.
 
L'estratto cento trenta
 
( "L'investigattone" di Lampe il consideratore )
 
Chi me l'ha fatto fare io non so.
Avrei potuto andare geometra o ingegnere o imbianchino o tecnico di qualche macchinario o lavapiatti ed invece no.
Io dovevo diventare un investigatore e non c'è stato nulla da fare.
Fin dalla tenera età infatti ero spinto da un bisogno assoluto di scoprire chi era stato, dei grandi, a mangiarsi la torta tanto... Tanto poi veniva accusato immancabilmente il bambino goloso.
E ci riuscivo cavolo che la nonna diabetica, al contrario dell'altra grande fabbricatrice di dolci, non riusciva proprio a contenere i suoi istinti ed un certo pallore, assai rivelatore, mi spinse a non perderla di vista ed a beccarla con le fauci nel sacco.
Ed anche in giovinezza stessa storia.
C'era puzzo di fumo nei bagni della scuola ed il preside, super incavolato, convocò un'assemblea.
O usciva il colpevole o tutte le classi avrebbero avuto un sei in condotta.
M'offrii volontario. 
Non c'era verso io dovevo diventare un detective e... 
E del sei in condotta chi se ne fregava.
Ovviamente per tutti la cosa fu risolta. 
Non per me comunque.
I genitori di Mario tenevano le sigarette nel cruscotto della macchina e mentre, accompagnandolo a scuola, si fermavano a ritirare il pane lui ne prendeva sempre due o tre e non potendo, per via dell'odore, consumarle a casa gli rimanevano unicamente i vani della scuola.
Ed avanti di questo passo, chiaramente con l'età alle prese con casi di ben altra difficoltà, fino a giungere a stamattina ed alla fine impropria della mia vicina trovata assassinata in casa e parecchio in malo modo direi.
Vedova, doppia pensione, in teoria sola la maggior parte del tempo e fervente frequentatrice della chiesa.
Urca già quattro indizi.
Vedova.
Vedova e sessantenne gagliarda e... 
Ed il pensionato dei piccoli lavori domestici spesso in casa.
Ed il giardiniere e l'idraulico e l'elettricista a chiamata ed il prete e qualche occasionale rappresentante porta a porta.
Un sopralluogo sul palcoscenico del delitto era d'obbligo.
Sperma sul divano.
Sperma sul letto.
Sperma in bagno.
E sperma dentro un cassetto su fazzoletto di carta.
Il pensionato sicuramente nel letto. 
Era il più assiduo.
Il giardiniere, l'idraulico, l'elettricista ed i rappresentanti poco tempo, ergo una svelta sul divano. 
Conclusione ovvia.
Il prete invece in bagno.
Lui difatti è un buon sacerdote, lo conosco e mai dunque avrebbe fornicato, però un'occhiata particolareggiata ed una grande sega da dietro la porta socchiusa, con relativo abbandono del fazzoletto della conseguente pulizia nel primo cassetto utile, era senz'altro un contesto meno peccaminoso, indi agibile.
Doppia pensione.
Un figlio adottivo rimandato al collegio, degli orfani totali, non appena morto il compagno.
Una nipote disoccupata per la quale era diventata un idolo.
Il prete, che la chiesa ha sempre bisogno di sovvenzioni naturalmente ed il pensionato, l'elettricista, l'idraulico ed i vari rappresentanti ingolositi ed anche autorizzati di superba prestazione, dall'eredità.
Figlio adottivo suicidio.
Nipote disoccupata pompini ed altre prezzolate prestazioni in macchina.
Troppo impegnata nel seguire le orme della zia per sentirsi in grado di perdere il suo modello.
Prete.
Allora l'orologio... 
L'orologio del campanile non funziona, il tetto della chiesa perde, la canonica è senza riscaldamento, le offerte diminuiscono giorno per giorno ed il meccanico avanza duemila euro ed il supermercato tremila e la perpetua duecentomila.
Eh ce ne sarebbero di questioni da valutare rispetto al prete, una delle quali molto importante cioè l'alibi, ma dove avrebbe potuto andare adesso a sbirciare ed a far sì di riuscire, menandoselo, a contenere i suoi, più che ovvi, istinti d'uomo?
No no credete è il primo da scartare.
E gli altri pure da scartare a mio modesto avviso.
Non era senz'altro prima scelta la lasciva. 
Di per cui movente gelosia escluso a priori e non stava nemmeno tanto ricca e l'ora del delitto, appena dopo la messa prima, lasciava intuire loro normalmente dovevano ancora iniziare le attività quotidiane e pertanto avrebbero avuto certamente un solido alibi fornito dai familiari.
In teoria sola la maggior parte del tempo.
Ribadisco in teoria come abbiamo visto e quindi potenziale bersaglio di qualche imboscata.
In fondo il campanaro ed il sagrestano manco s'erano mai sposati e l'invidia si sa è una brutta bestia.
In fondo il panettiere aveva perso moglie oramai da tanti anni e vedersi sfilare una così normale disponibilità ogni mattina fa male.
In fondo il lattaio, dato passava ogni santo giorno, si sentiva di meritare un momento caldo.
Ed in fondo i cappellano era giovane e prestante e non proprio convinto di dedicare, ancora proprio, l'intera vita alla rinuncia, che una delega la merita perfino un asceta perdinci.
Qualcuno avrebbe potuto seguirla entrando in casa di soppiatto insomma ed ingolosito dalla sua bocca sgombra, mentre lavava la dentiera dopo colazione, aver smarrito la testa.
Ok controlliamo.
Campanaro e sagrestano impegnati con un tecnico sull'orologio del campanile.
Il lattaio ed il panettiere, previo moltitudini di proposte, stamattina erano finalmente riusciti a fare convergere, in un meeting a quattro palle, la mia di zia vedova ed il cappellano... 
Il cappellano aveva già brillantemente risolto i suo problema con la bambola gonfiabile che ho, or ora, rinvenuto nel suo armadio.
No no. 
Qui non ci siamo.
Fervente frequentatrice della chiesa.
Aspetto interessante nella personalità d'una libertina costui.
Una specie di castigo per auto redimere i peccati?
O piuttosto un momento tranquillo senza nessun assaltatore evidentemente eccitato?
O magari il luogo adatto per scegliere, accuratamente e con dovizia di particolari, con chi mettere in pratica l'unica situazione nella vita veramente desiderata e tenuta rigorosamente nel profondo più assoluto abbottonata?
Oh bene.
Quando si dice l'istinto.
Ci siamo.
Lei in realtà era lesbica e tutto il suo laborioso concedersi ai maschi altro... 
Altro non tendeva che a nascondere ciò.
Una piccola vergogna più pesante di quelle grandi se vogliamo.
Una piccola vergogna pagata a caro prezzo.
Tutto il paese sa con la Rosina, altra fervente frequentatrice della chiesa, puoi fare qualsiasi cosa ma non tentare di metterla sotto.
Tutto il paese. 

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