Scritto da © sid liscious - Gio, 31/10/2013 - 08:38
Guarisci il tuo corpo al banco dei prestiti.
Placa la tua sete di sapere con il secondo volume della serie prima nelle vendite.
Organizza la tua vita con l'agenda rilegatura soffice.
Conosci gli altri sullo schermo delle facce.
Dai un'occhiata al mondo col cinquanta pollici in alta definizione.
Ascolta la gente attraverso il meraviglioso auricolare ultima generazione.
Dai da mangiare ai tuoi figli la pubblicità.
Bevi l'amaro dei frati.
Quello... quello sì è buono.
Una vita ad illustrare rettitudine rispetto e rinuncia ed in cambio tutto il contrario.
E nessuna considerazione.
E spesso derisione e compatimento.
E ti credo ne producano d'ottimo d'amaro.
In quantità industriale.
Oh scusate ho abbandonato l'incipit.
Sapete a volte il tergiverso mi coglie di sorpresa.
Come non l'avete anche voi?
Il tergiverso è importante nei giorni di burrasca interiore.
Tu sei lì che guidi la tua macchina per scrivere e senza non vedi fuori nulla o quasi.
Ed i versi perciò risultano nebbiosi ed offuscati allora tu l'azioni e la maggior parte delle volte le cose migliorano.
Non sempre purtroppo.
In alcune situazioni difatti i tuoi occhi cominciano a seguire il suo movimento.
E la testa altrettanto.
E destra sinistra destra sinistra destra sinistra.
Sembra di guardare un partita di tennis e ti perdi.
Perdi il filo dei discorsi ed il dito tra i tasti ed appunto ti saltano in mente dei frati ad esempio.
Che sono sempre meglio di stare a soppesare cose risapute ripetitive e paranoiche tipo quelle in alto comunque.
Ah i frati.
I frati.
Quelli di clausura poi una potenza.
Visitai un eremo tempo fa.
Bellissimo.
Vecchie mura grondanti storia e passione.
Non parlano mai.
Fra loro intendo.
Mangiano in cella e seguono ognuno le proprie incombenze come in trance.
In estatica trance per la precisione.
Uno era addetto al miele.
Parlava con le api ed incredibilmente loro sembravano ascoltarlo.
Un altro era in biblioteca.
Parlava con i libri e loro sembravano rispondergli.
Uno era nel piccolo negozio interno che vendeva i prodotti del convento.
Parlava ai clienti e loro sembravano in grado di capirlo ma si limitavano a comperare l'amaro ed io caddi tragicamente nel tergiverso ed addio Lugano bella.
Addio.
Placa la tua sete di sapere con il secondo volume della serie prima nelle vendite.
Organizza la tua vita con l'agenda rilegatura soffice.
Conosci gli altri sullo schermo delle facce.
Dai un'occhiata al mondo col cinquanta pollici in alta definizione.
Ascolta la gente attraverso il meraviglioso auricolare ultima generazione.
Dai da mangiare ai tuoi figli la pubblicità.
Bevi l'amaro dei frati.
Quello... quello sì è buono.
Una vita ad illustrare rettitudine rispetto e rinuncia ed in cambio tutto il contrario.
E nessuna considerazione.
E spesso derisione e compatimento.
E ti credo ne producano d'ottimo d'amaro.
In quantità industriale.
Oh scusate ho abbandonato l'incipit.
Sapete a volte il tergiverso mi coglie di sorpresa.
Come non l'avete anche voi?
Il tergiverso è importante nei giorni di burrasca interiore.
Tu sei lì che guidi la tua macchina per scrivere e senza non vedi fuori nulla o quasi.
Ed i versi perciò risultano nebbiosi ed offuscati allora tu l'azioni e la maggior parte delle volte le cose migliorano.
Non sempre purtroppo.
In alcune situazioni difatti i tuoi occhi cominciano a seguire il suo movimento.
E la testa altrettanto.
E destra sinistra destra sinistra destra sinistra.
Sembra di guardare un partita di tennis e ti perdi.
Perdi il filo dei discorsi ed il dito tra i tasti ed appunto ti saltano in mente dei frati ad esempio.
Che sono sempre meglio di stare a soppesare cose risapute ripetitive e paranoiche tipo quelle in alto comunque.
Ah i frati.
I frati.
Quelli di clausura poi una potenza.
Visitai un eremo tempo fa.
Bellissimo.
Vecchie mura grondanti storia e passione.
Non parlano mai.
Fra loro intendo.
Mangiano in cella e seguono ognuno le proprie incombenze come in trance.
In estatica trance per la precisione.
Uno era addetto al miele.
Parlava con le api ed incredibilmente loro sembravano ascoltarlo.
Un altro era in biblioteca.
Parlava con i libri e loro sembravano rispondergli.
Uno era nel piccolo negozio interno che vendeva i prodotti del convento.
Parlava ai clienti e loro sembravano in grado di capirlo ma si limitavano a comperare l'amaro ed io caddi tragicamente nel tergiverso ed addio Lugano bella.
Addio.
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