Scritto da © giuseppe pittà - Ven, 23/03/2012 - 20:35
come correre in
un lato del
vento
nel cielo grigio o
nero con luci a pois
saltando di granelli di
polvere di luna
in questa mossa
azzardata nel tempo
tra i lampi di
una tempesta riconciliante
lavabile come le
vernici della modernità
con me che
amo sempre il baratro
mentre stacco di
fantasie ornate d'amplessi
tocco d'artista e
morbo da macchinista in
conto deposito per
una vendita all'asta
di un vento troppo complice
sanguigno come pipistrello
cavernoso come sanguisughe
striscio nel corso del
fiume secolare e fiero dei
secoli andati e da venire
per questo mia virulenza
insicura e insincera
strappo scontrini di gelateria
nell'ultima mia neve
tragica nel fondo del
bicchiere di nostalgia
mentre stringo un
dio di tenerezza
all'angolo acuto dei
pezzi disordinati di cuore
dove fanno confine
le parole i profumi che
pronunciammo
dopo di adesso dove
siamo di sponda
ad un inferno che
essendo di cartapesta
brucia che è una
bellezza
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