Scritto da © Franco Pucci - Mar, 29/11/2011 - 09:19
fischiavano pallottole
quel mattino senza sosta
mia madre alla finestra
celata dall’imposta
guardava affascinata
passare i partigiani
il bimbo appeso al seno
ben stretto tra le mani
mentre lassù regnava
ancora lo sgomento
le case giù in pianura
crollavan di spavento
quando tutto si calmò
cantarono le pernici
tornammo giù in città,
…non furono radici…
nei giorni assolati
d’ignara fanciullezza
anche la periferia
pareva gran bellezza
la scuola, l’oratorio
le fughe con la bici
volavan anni ingordi
…non furono radici…
e ancora periferia
negli anni quasi oro
scanditi dalla voglia
precoce di lavoro
di libertà, di spazio,
di nuove emozioni
di diritti inalienabili
di lotte e di canzoni
anni in cui l’amore
bussò violentemente
e un solo desiderio
occupò la mente
fu casa assai presto
e festa con gli amici
ma non durò a lungo,
…non furono radici…
gli anni che seguirono
rincorsero gli affanni
paesi e città aliene
accolsero i miei panni
i fiori che erano nati
cresciuti in altri tempi
…mettevano radici…
non presero esempi
e mi domando ancora
se poi ne valse la pena
fagocitar la vita,
cambiare spesso scena
la tournee giunta alla fine
è replica stucchevole
spettacolo imbolsito
di critiche benevole
[sto guardando il mare
ormai col fiato corto
ho fatto nuovi amici
planando qui sul porto
forse quando la teca
si adagerà sul fondo
cresceranno le radici
di un cuore vagabondo]
…forse…
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