Scritto da © Maria34 - Dom, 24/01/2010 - 23:54
L’ultimo argomento trattato al corso uUnitre di Rivoli “Laboratorio di scrittura” è stato sui CLOCHARD Ed ecco uno dei elaborati che Maria34 vi presenta:
Sei seduta in strada. Avvolta in una coperta, osservi lo sfilare davanti a te delle persone che affollano la piccola piazza. Turisti che si accalcano, si accodano alla biglietteria della mostra su Cézanne. Occhi, nasi, bocche che si muovono in un sonoro che tu hai già azzerato, spento. Sei ferma, immobile nei tuoi panni. I tuoi occhi sono lontani, osservano un panorama che non mi è dato a vedere. I tuoi capelli corti, ispidi, mi sollevano un moto di tenerezza, vorrei abbracciarti, come si abbraccia una sorella. La mia, la tua solitudine, è uguale ad altre mille, confuse da questa cosa che chiamiamo vita. Mi avvicino al tuo viso spento e sporgo una moneta, cercando un inesistente bicchiere dove farla scivolare. Attorno a te, come per una espansione di un vuoto che ti accompagna, non trovo nulla. Ti sporgo la moneta mentre tu sollevi lo sguardo allungando la mano. É forte il tuo silenzio. Le nostre dita si sfiorano, la nostra pelle comunica tutto un non detto, superflua ogni parola mentre l'istante assume contorni di mistero, mentre i nostri sguardi si intrecciano, scambiando, come da bambini ci si scambia le figurine, tutta la nostra umana fragilità, le nostre reciproche solitudini. Poi la vita risucchia il nostro esistere, riconsegnandoci al quotidiano. Porto con me il calore delle tue dita, porto dentro il cuore il tuo sguardo, spingo avanti con fatica la mia, la tua vita
Rinaldo Ambrosia
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