Scritto da © seb11 - Sab, 08/03/2014 - 14:08
ero ancor giovane quando mi prestarono un disco con la settima sinfonia di Mahler; ebbi oltre a quella fortuna anche quella che l'orchestra era diretta dall'impareggiabile Leonard Bernstein ...
Già dopo che la puntina del giradischi aveva percorso pochi solchi di quel vinile percepii il palpito vivo di una melodia che cerca, che vaga, che varia tra i meandri della più profonda disperazione alla ricerca affannosa di una conclusione tonale ... Proseguendo nell'ascolto ebbi la sensazione di un verme cieco che cerca la luce; ed ogni tanto qualche sinistro bagliore si levava dalla volgarità sublime di quella melodia cangiante. Quando alla fine giunsi all'ultimo movimento fui investito prima da un'ondata triviale di malato trionfo delle percussioni che rapidamente passò il crescendo alla violenza greve degli ottoni.
Un febbricitante e malato senso di trionfo annunciava ad ogni istante una caduta e, di tanto in tanto, v'era una ricaduta verso il basso ... ma poi si rialzava, con disperato e malsano vigore.
Quando la puntina del giradischi giunse all'ultimo solco tutto cessò e dentro di me restò un pozzo buio la cui profondità è per me ancor insondabile ...
Ogni tanto guardo nell'occhio cieco e nero di quel pozzo ed ancor ora, dopo decenni, trovo in esso “tutto”: vita, morte, mistero, pace, dolore, piacere ...
... il dolore è semplice da dominare; il dolore chiede solo di cessare, ma il piacere è la trappola più insidiosa poiché chiede di non finire mai e, su questa terra, niente è eterno ...
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