Volevo immaginare un gusto
ho accennato all'inizio
e lui sapeva il seguito.
Otto minuti di infinito nel cortile
ad affondare le mani nel fango
deforme, che accoglieva le nostre dita
soddisfatte
- e cosi', incerto, senza sapere cosa vuoi
cerchi il diverso dal solito, dove un petalo
è una coperta di velluto che sa di bucato
e ti potrebbe scaldare come un caminetto
d'inverno, attaccato al seno del polline.
Miele, e il dolce da godere seduto sul trono -
sono io, sono, il fiore, appassisco
secco sul muro che si adorna di colori
o fra due pagine del libro che hai sulle ginocchia.
L'oscillazione dell’impressione, tra la mia piccola carnalità
e la grandezza che assumo per elevarti a Dio-
ho tutta la grazia, contenuta nel peccato
la compagnia del corpo cadavere
in una terra straniera
che mi ospita dopo aver dichiarato guerra.
Rinchiudermi nelle mie molteplici individualità
per aprirle ad una dimensione universale
e coprirti le spalle quando sull'orlo del gelo
potresti spezzarti. Sarà solo alla fine che
diventerò acqua, riversandomi dagli occhi.
Il cielo userà una notte viola come sonaglio da guardia
mi metterò su una zattera a galleggiare sul mare
alzerò le più grandi realtà e scenderò nelle più basse.
Sono mossa dalla passione
come potrei arrivare alla logica ?
Alla fine del capitolo
non mi importa tanto di essere stata
mi basta averti sfiorato, e nel solletico di una piuma
diventare cenere senza rumore.
Senza nome.
L’insieme di tutto ciò che è
e di tutto ciò
che non è.
- Blog di Scintilla Elis
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