Scritto da © Scintilla Elis - Ven, 04/10/2013 - 08:25
Cosa pensi che io sia ?
Un gesto di abbandono che si apre
fra le colline del mondo e la frontiera dismessa
dei tuoi occhi d'argilla.
Una pianura mogano
distesa su alghe che addentano a vuoto
con morsi d'aria, i graspi segreti.
Una tempesta di farina sul naso
e una canaglia con le dita nel cappio
che bacia la terra come fosse una bocca
la tua bocca, ogni giorno, per l'ultima volta.
Sono sola come tutti nelle lenzuola rosse spaiate.
Pazza di freddo, liscia nel profilo in granito
calpestata come se ogni passo
gravasse sul sentiero delle scapole.
“Le parole scavano pozzi feroci, falle d'acqua che migrano nel sottosuolo, dove entra una luce verticale, matrice di un volto vergine”
Risposte senza suono, senza sostanza
senza alcuna posa da mantenere
e domande da non crederci
quanto siano intrise di te
dei fatti particolari che affollano le assenze
e poi adesso, che entro nel vivo di un inverno a punta
fra i rampicanti illuminati del tuo giardino, e scuoto, dalle foglie in rame
l’umidità commossa di un respiro dimenticato troppo vicino
mi viene da chiedere :
ma di cosa profumano le stelle ?
e non importa più, cosa pensi che io sia
c'è un bagliore profumato nel buio del tuo cielo
che d'incanto, mi distrae dalla fine.
Un gesto di abbandono che si apre
fra le colline del mondo e la frontiera dismessa
dei tuoi occhi d'argilla.
Una pianura mogano
distesa su alghe che addentano a vuoto
con morsi d'aria, i graspi segreti.
Una tempesta di farina sul naso
e una canaglia con le dita nel cappio
che bacia la terra come fosse una bocca
la tua bocca, ogni giorno, per l'ultima volta.
Sono sola come tutti nelle lenzuola rosse spaiate.
Pazza di freddo, liscia nel profilo in granito
calpestata come se ogni passo
gravasse sul sentiero delle scapole.
“Le parole scavano pozzi feroci, falle d'acqua che migrano nel sottosuolo, dove entra una luce verticale, matrice di un volto vergine”
Risposte senza suono, senza sostanza
senza alcuna posa da mantenere
e domande da non crederci
quanto siano intrise di te
dei fatti particolari che affollano le assenze
e poi adesso, che entro nel vivo di un inverno a punta
fra i rampicanti illuminati del tuo giardino, e scuoto, dalle foglie in rame
l’umidità commossa di un respiro dimenticato troppo vicino
mi viene da chiedere :
ma di cosa profumano le stelle ?
e non importa più, cosa pensi che io sia
c'è un bagliore profumato nel buio del tuo cielo
che d'incanto, mi distrae dalla fine.
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