Scritto da © Ezio Falcomer - Gio, 22/10/2009 - 22:09
Scialacquati giorni
in fotogeniche performance
di ragionevole anonimato
(ci hanno provato)
ma scorticato era il giardino
improbabile auriga di tosaerba
tenevo in realtà il timone del Pequod
impugnavo una lira, vomitato da inferi
fuori, su spiagge multicolori
salvando Euridici selvagge
orgiastico Siddharta
eresiarca di soluzioni accomodate.
Mi deprimono i nitori di Lalique e Swarowski
la gimcana
da pachiderma la faccio per chioschi
il cuore batte in trobadorici bordelli
fra sporche dozzine
e ramini con replicanti
fra i singulti, perduto, di Majakovski e Campana.
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