San Cirillo appeso al muro non risponde, neppure un segno che ci voglia pensare. Inutilmente suor Cocomero lo sollecita, lo prega. Eppure San Cirillo è il suo protettore, lei non fa passare un giorno senza leggere qualche pagina della santa vita.
Sono ormai trenta giorni che suor Cocomero, la nuova madre superiora, non tocca un pezzetto di vero cioccolato svizzero e ora questa lettera di Armand Lucas:
‘Reverenda madre, un peccatore vestito del solo sacco di tela, cenere sul capo sparsa, viene a voi con un carretto di cioccolato svizzero e formaggio gruviera. Ho valicate le nevi delle Alpi, per poi implorare la remissione delle mie infami colpe’.
Ella si agita, le si stringe la gola, alza gli occhi al cielo a rimproverare San Cirillo:
− Cosa devo fare? Questo Lucas è davvero pentito? È il diavolo che viene a tentarmi, meschina?
San Cirillo non ne vuole sapere di prendersi responsabilità. Allora ella prende un penna e aggiunge alla lettera ‘lasciate stare il sacco di tela, piuttosto spuntatevi i baffetti per rispetto al convento’.
La lettera è spedita in risposta ad Armand.
Questo è il momento di agire rapido, Armand, la pollastra rosola, non farla bruciare.
Armand e carretto volano al convento, il portone è socchiuso, sorella portinaia lo spinge, lo introduce.
− Ebbene, signor mio?
Suor Cocomero si mantiene contegnosa, ma non muove lo sguardo dalla borsa rigonfia di Armand.
Attenta sorella! Armand è colui che tagliò le canne dell’acqua al vicino che gli negava il vigneto.
Con aria beffarda inattesa, Armand apre la borsa e ne riversa il contenuto sotto una panca.
− Avanti porcellona, vai a prenderle a quattro zampe.
Tavolette di vero cioccolato svizzero!
Lei si getta sotto la panca, culo per aria, Armand le solleva la gonna e la pizzicotta, lei viene fuori con le dita che scartocciano e non possono strangolare Armand.
La tavoletta è di legno colorato!
In lacrime lei si inginocchia, supplica Armand, che estrae una vera tavoletta di cioccolato da una tasca, lei la divora avida.
− Ne vuoi un’altra, porcellona?
− Ve ne prego, signor Lucas.
Lui tira fuori un frustino da un taschino del panciotto.
− Tirati giù le mutande.
− Mi darete anche un pezzetto di groviera?
− Ne ho trenta kilogrammi.
Felice di sottomettersi, lei scopre il grassoccio sedere.
La Prima Lettera di Suor Eleonora Cocomero ad Armand Lucas
− Armand, questa notte è venuto Mefistofele a tentarmi. Il diabolico faceva dondolare quadratini di cioccolato e formaggio con uno spago. Mi tentava. Che cosa mi diceva? ‘Scrivi al tuo Armand che venga a frustarti, accarezzarti, baciarti il sedere’. E io sventurata seguivo lo spago fino all’inferno, i forconi mi spingevano dentro a un pentolone di cioccolato bollente. Mi sono destata come ardessi nel fuoco, per questo sono tutta nuda, San Cirillo continua a guardarmi, adesso lo stacco dal muro e lo chiudo nella cassapanca, mi ci siedo sopra non si mai. Avevo deciso di indossare, sotto le mutande, un cilicio di rametti spinosi, poi ho pensato che le novizie possono farlo per me. Che ci stanno a fare altrimenti? Non fanno che mangiare dormire abbandonarsi a pratiche lascive; continuano a chiedermi del vescovo ‘madre superiora, quando viene monsignore? Mi ha promesso un rimedio per il bruciore tra le cosce’.
Mio adorato Armand, ho detto chiaro a Mefistofele che ho dato la mia anima a te, lui è arrivato tardi, forse è un diavolo zoppo.
Non puoi portarmi via da queste mura? Potrei aiutarti nei tuoi affari. Pensavo a un poco di contrabbando, formaggio, cioccolato e altre delicatezze dalla Svizzera.
Ti ho chiamato Armand e non signor Lucas, sono perduta. Stringo al seno questa lettera prima di sigillarla con la ceralacca e fartela recapitare.
Rispondimi!
La tua porcellina.
Ancora una riga. Ho stretto la lettera anche tra le cosce.
(da Armand e Margherite)
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