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Sali con me sulle rocce

E' tardi e non voglio farti troppo affaticare. Accendi una lampada e
andiamo ai piedi della montagna. Non si vede distintamente e non
potresti vedere, altrimenti, nel profondo delle tue tenebre, l'eterno
azzurro che vive in questo buio, e la calma irresistibile dell'infinito,
anche se il suo rumore riempie tutto.
Sali con me sulle rocce, busseremo alla porta della capanna del saggio.
Quando parlò con me, in un tempo lontano, mi insegnò la forza della
serenità, solo dicendomi che quando piangevo e mi lamentavo ero come il
vecchio che passa il suo tempo a battere il gong e rendevo la mia vita
fredda e vuota. E questo è quello che tu fai, ora.
Tu ami, in verità, ma non sai cosa sia l'amore.
Io ho amato prima che tu respirassi in questo mondo.
Era il mondo intero, per me.
E il mondo era una cosa morta che giaceva ai suoi piedi
I fuochi dell'inferno farebbero soffrire meno crudelmente di quanto
allora io abbia sofferto.
Pensavo non mi restasse altro da fare che morire, e volevo solo sfuggire
alla sofferenza e alla morte apparente. La mia anima era andata via con
lui e quando ero ancora molto giovane vivevo nell'ombra e nel ritmo
insoddisfatto. Desideravo solo annientarmi nella sua bellezza e pensavo
che la mia felicità fosse per sempre perduta. Tutta la terra piangeva e
pareva pervasa da un lutto immenso. La mia anima aveva sempre nostalgia
della sera, perché era allora che io vivevo. Mi ritiravo nel silenzio,
la finzione di serenità non era più necessaria. Sfinita dalle lacrime e
dal terrore, mi credevo dannata e ogni ricordo era sacro. Ma la mia
forza nacque dalle mie stesse lacrime e uscii dal mondo per non morire.
Ritorno solo per te, perché tu non perda, come me, il sapore della tua
serenità. Non lasciare che qualcuno scruti la tua anima, sino a quando
non sarai guarita da questo amore che ti strappa via la voglia di
camminare piano. Non lasciare che sguardi insolenti ti vedano incapace
di sollevarti e insegna di nuovo al tuo cuore tutto quello che non ha
limite, né forma.
Ecco, siamo arrivate.
La capanna del saggio è lì, dietro quella roccia. Bussa alla sua porta,
ascoltalo. Non farti confondere dal suo aspetto e non meravigliarti del
fatto che nasconde la sua luce sotto vecchi abiti ridicoli. Non farti
spaventare dalla sua durezza. Cercherà di mandarti via, di deriderti col
sarcasmo e di ferire quello che ancora rimane della tua unicità.
Non cedere, non aver paura di lui, se vuoi tornare bambina.
Se vedrà la tua anima provare a sorridere ti accoglierà sul suo cuore e
ti porterà via tutto il tuo dolore. Con lui capirai quanto tu possa
essere amata e non importerà più che chi hai scelto non ti ami. Ti
insegnerà come si riparano le ferite del gesto d'affetto negato e
diventerai capace di curarti e di curare. Ti insegnerà ad amarti per
poter davvero amare.
Ti manderà a prendere l'acqua alla fonte perché tu possa lavare i tuoi
occhi, ogni mattino.
Governerai con lui i suoi maiali, per imparare quanto sia sgradevole
l'odore del dolore.
Coltiverete insieme il suo orto per capire che piegare la schiena per
avere il tavolo imbandito non ti spezzerà le reni.
Filerai la sua lana per allenare le dita ad assottigliare il tempo che
occorre per scaldare il cuore.
Bucherai uno per uno i semi per costruire la sua corona per la
preghiera, siederai con lui davanti al tramonto e lo troverai al mattino
davanti all'alba, in adorazione della bellezza. Quando ti rimanderà nel
mondo ti inchinerai davanti a lui e gli bacerai la mano e tenterai di
non lasciarlo, ma sarà inflessibile. Non dolertene, la sua serenità è
troppo grande, per noi.
Ti volterà le spalle e sprangherà la porta della sua capanna
Quando questo avverrà sarai capace di prendere per mano chi non sa più
camminare, così come io ora faccio con te.?
La abbracciai con affetto, aspettai di vederla sparire dentro la capanna
e tornai indietro.


 

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