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Scritto da © miresol - Lun, 13/09/2010 - 20:10
Questa filastrocca è nata sull'eco lontana di una canzone per bambini che mi cantavano quando ero molto piccola, parlava di cavalli bianchi e neri , di camposanti e cimiteri, esercitava su di me un grande fascino forse perché non la capivo e nella mia testa vedevo solo cavalli che galoppavano ora liberi, ora in una giostra.
Rotola, rotola, rotola
rotola filastrocca,
giù per cieli traversi
se il mattino ha l’oro in bocca,
prendi di fiamme destrieri
dentro l’onda del vento,
scuoti sogni e pensieri
oltre la linea del tempo,
che per giungere a sera
manca tutta una vita
e si galoppa testardi
lungo una strada infinita.
E si abbraccia speranza
e si battono i piedi
al ritmo di questa danza
oggi non è più ieri.
Cento cavalli bianchi
che non sono mai stanchi,
cento cavalli neri
sfumano i desideri,
si avvicina la sera
l’oro diventa argento
l’argento nero velluto
e tutto in un momento,
si serra, si chiude il cerchio
non è rimasto più tempo,
clessidra capovolta
e infine calma di vento.
Ma il canto si leva ancora
migra di voce in voce,
suono, sillaba, strofa
lento oppure veloce,
che ti accompagni discreto
mentre ti avvolge l’ignoto
mentre tutto si spegne
unico, indomito fuoco.
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