Scritto da © rossovenexiano - Dom, 10/02/2013 - 11:51
(D. Buzzati, Un amore)
lasciatevi ispirare e scrivete, i brani che la redazione sceglierà saranno raccolti nella pagina a ricordo su Frammenti di Rosso Venexiano
E le donne, questa cosa a cui per troppi anni Antonio non aveva seriamente badato se non per il bisogno fisico? [...] Le incontrava, gli sembravano creature irraggiungibili, era inutile pensarci, tanto non gli avrebbero badato. Ma gli altri. Agli altri, ai suoi amici, queste creature irraggiungibili sorridevano, parlavano, dicevano di sì. Gli amici gli raccontano senza dar peso che la stupenda fusta del bar, l'entraineuse, la mannequin, gli raccontano di averle agganciate, portate a spasso, a pranzo, a letto, come la cosa più semplice del mondo. Anche lui le ha viste, le conosce, le ha desiderate ma ogni volta si è detto che idee assurde, mai e poi mai quella là ci starebbe. Così è passato loro accanto senza osare, impettito nella sua dolente dignità e adesso è diventato troppo tardi.
Una cosa tanto facile. Uno scherzo. Anche ragazze bellissime e superbe, che quando passano le case si voltano a guardarle. Basta saperci fare. Lui non ci ha saputo ami. Solo che lui gli rivolga una parola quelle sembrano seccate, i suoi stessi sguardi gli danno fastidio, subito, appena egli le fissa, voltano la testa dall'altra parte sempre così. Soprattutto quelle che gli piacevano di più. Altre magari erano gentili, si mostravano disposte. Mai le donne che a lui piacevano di più. Mai le ragazzine proterve dal faccino rincagnato, le puttanelle dalla grinta dura, le imperiose maschiette di periferia, le subdole e assonnate fanciulle dagli sguardi sornioni e allusivi. Le vedeva con gli altri, a braccio degli altri, al tavolo degli altri, in automobile con gli altri e se lui le fissava, infastidite voltano la testa dall'altra parte sempre così. E con che uomini erano? Dei miliardari, dei divi del cinema, degli apollo? No. Magari erano degli scafessi qualsiasi senza arte né parte, o con la pancia, o analfabeti capaci di parlar solo di calcio, dei volgari, brutti anche ma evidentemente avevano il piglio giusto conoscevano le due tre cretinate che piacciono alle donne e pensandoci gli veniva una rabbia un dispiacere un rimpianto ormai senza veleno, tanto! Ormai anche a saperci fare è troppo tardi.
Una cosa tanto facile. Uno scherzo. Anche ragazze bellissime e superbe, che quando passano le case si voltano a guardarle. Basta saperci fare. Lui non ci ha saputo ami. Solo che lui gli rivolga una parola quelle sembrano seccate, i suoi stessi sguardi gli danno fastidio, subito, appena egli le fissa, voltano la testa dall'altra parte sempre così. Soprattutto quelle che gli piacevano di più. Altre magari erano gentili, si mostravano disposte. Mai le donne che a lui piacevano di più. Mai le ragazzine proterve dal faccino rincagnato, le puttanelle dalla grinta dura, le imperiose maschiette di periferia, le subdole e assonnate fanciulle dagli sguardi sornioni e allusivi. Le vedeva con gli altri, a braccio degli altri, al tavolo degli altri, in automobile con gli altri e se lui le fissava, infastidite voltano la testa dall'altra parte sempre così. E con che uomini erano? Dei miliardari, dei divi del cinema, degli apollo? No. Magari erano degli scafessi qualsiasi senza arte né parte, o con la pancia, o analfabeti capaci di parlar solo di calcio, dei volgari, brutti anche ma evidentemente avevano il piglio giusto conoscevano le due tre cretinate che piacciono alle donne e pensandoci gli veniva una rabbia un dispiacere un rimpianto ormai senza veleno, tanto! Ormai anche a saperci fare è troppo tardi.
(D. Buzzati, Un amore)
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