Ecco... se io dovessi dirti
qualcosa di me adesso
direi che tanto è il poco
di questa stanza vuota
che oggetti vani e spazio
stan spersi dentro me.
E che stanotte stanca
potrebbe comparirmi
lucida e serena
e scorrer sì veloce
sul lungo del mio fianco...
senza toccarmi mai.
Direi... Se io dovessi dirti
qualcosa di me adesso
che a pianoterra immobile
penombra e stanco sono
sarei una finestra
imposta ad imitarla
disinnescato e scempio
resto ad osservarmi
e fermo passo il tempo.
E lui che luce fioca
apre al lume suo
che fioco lentamente
sfoca dentro me.
E dir... che chi consiglia
la loro disciplina
ridere mi fa.
Di che dovrei fidarmi
se l’aria non risolve
la mia impreparazione?
Se il cuore mio m’impone
battute irregolari
ed apre larghe mani
che sorde sembran mie
a somigliarmi meno?
di quella fantasia,
che il tempo
mi ha perduto.
Giacché somiglio sempre
a quello che io avrei
voluto assomigliare.
Dipinger di coraggio
che forse va cercato
negl’occhi che non ho.
abbia io mangiato,
lo colgo qui con te
nel non provare in me
nessuno dei miei sintomi
di alcuna digestione.
Non cerco più la luce
di stupidi miei gesti
e vane ribellioni,
importanti e uniche
cose mie attendibili
scavate dentro me.
Vorrei… io esser danza
dell’inconsistenza,
come combustibile
di questa mia lanterna,
che piano e lentamente
adesso qui con me...
via via si va spegnendo.
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