Scritto da © Andrea Pozzoli - Mer, 13/04/2011 - 20:14
Viaggia lento questo cammino mentre lo sguardo osserva le orme perdersi sul sentiero
della mia razza.
Impronte selvatiche di lupi calpestate sotto piedi nudi senza riguardo
portano lontano oltre il bosco.
Al di là del mite ruscello si vedono animali sacri e il rispetto
del piccolo grande uomo vola verso la madre delle montagne.
Maestose guglie si aprono come frutti maturi d'innanzi
ad alberi che parlano del loro tempo all’inverno.
Nuda la roccia appare con volto scolpito dalle mani di dio.
Dall'arcano viso miliare fuoriesce la bestia indifesa
con saliva del ringhio di porco quando sa di morire.
Il mantello grigio emerge dalla giogaia silenziosa
con sfregio sul gozzo sanguinante.
Ora ha tutto e negato tutto come se fosse fuoco
che illumina occhi spenti a giocare con statue mai plasmate.
Quel volto di pietra graffiato se bagnasse alla gola il morso del lupo
tra le lacrime di pioggia vivrebbe sempre
Innocenti creature divine versano sangue di antiche prede
spezzando il loro giusto ritorno a noi.
Ora ballano ed ululano alla notte sul destino apparecchiato senza luna
da stolti invitati di poco amore.
Apoz<
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