Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Lun, 04/11/2013 - 09:11
Sostiene che 25 righe sono poche per una storia. E' una sfida persa. Lo dice, mormorando tra sé, seduto al bar, con una risma di carta sparpagliata sul tavolo. Ma i fogli sono intonsi. L'uomo tira fuori dalla tasca un fazzoletto, si soffia il naso, e poi pensieroso ritorna a guardare il foglio. Non c'è tensione nervosa nei suoi gesti, né fretta. E' consapevole che una storia da qualche parte è nascosta, diciamo non proprio negata, semplicemente da tirare fuori dai giorni della sua vita, dai momenti che ha condiviso con altri, dalle sue letture, o più semplicemente da ciò che accade attorno. E allora si volta. C'è quel neon dietro al bancone del bar che è guasto, lampeggia, sta per esaurirsi. Occorre chiamare l'elettricista, ma sa anche che l'elettricista è occupato, compare in un'altra storia. E allora guarda quella luce che si sta esaurendo, ma non vuole fare paragoni, lui ama le luci bianche, le alogene. Il flusso dei suoi pensieri lo porta a concentrarsi su cosa potrebbe animare una storia. La sua storia. Compone un numero al cellulare, mentre il neon sembra ormai una lucciola esausta.
Forza, rispondi... che sono ormai alla tredicesima riga, pensa, tamburellando il dito sui fogli. Ma il telefono è muto. Fa un cenno al barista che arriva al tavolo con il consueto caffè. - Mi porti una storia per favore! - Certo, signore. Come la vuole? liscia, gassata, o al selz? - Una naturale, ma faccia presto, per favore. Il cameriere gli porge su un piattino una busta. L'uomo la apre, dispiega un foglio e inizia a leggere. “Un pescatore molto povero passava un'intera notte a cercare di rimediare qualcosa dal mare, non riuscendo nell'impresa. D’un tratto l'uomo pescò un vaso particolare di rame, contenente sul coperchio un sigillo imperiale, quello del re Salomone Strofinando meglio l'oggetto per vederlo meglio al buio, dal coperchio esce fuori un enorme genio suo nuovo padrone...” Questa l'ho già letta, pensa l'uomo, è vecchia come il mondo. É la favola delle “Mille e una notte”. - Cameriere... un'altra storia... - Spiacente, signore. Le abbiamo terminate, sa la nostra è una clientela esigente. Ma non si preoccupi, domani ne arrivano di fresche.
E proprio in quell'istante, il neon, dopo un ultimo guizzo, definitivamente si spegne.
Forza, rispondi... che sono ormai alla tredicesima riga, pensa, tamburellando il dito sui fogli. Ma il telefono è muto. Fa un cenno al barista che arriva al tavolo con il consueto caffè. - Mi porti una storia per favore! - Certo, signore. Come la vuole? liscia, gassata, o al selz? - Una naturale, ma faccia presto, per favore. Il cameriere gli porge su un piattino una busta. L'uomo la apre, dispiega un foglio e inizia a leggere. “Un pescatore molto povero passava un'intera notte a cercare di rimediare qualcosa dal mare, non riuscendo nell'impresa. D’un tratto l'uomo pescò un vaso particolare di rame, contenente sul coperchio un sigillo imperiale, quello del re Salomone Strofinando meglio l'oggetto per vederlo meglio al buio, dal coperchio esce fuori un enorme genio suo nuovo padrone...” Questa l'ho già letta, pensa l'uomo, è vecchia come il mondo. É la favola delle “Mille e una notte”. - Cameriere... un'altra storia... - Spiacente, signore. Le abbiamo terminate, sa la nostra è una clientela esigente. Ma non si preoccupi, domani ne arrivano di fresche.
E proprio in quell'istante, il neon, dopo un ultimo guizzo, definitivamente si spegne.
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