La pietra è calda. Faccio scorrere la mano tra le fessure, le percorro verso l'alto dove un cielo di un blu intenso, liquido, attende immobile sopra di me.
La mole del masso è irregolare, massiccia.
Ciuffi d'erba ricoprono piccoli segni, coppelle graffite da uomini dalle vite passate. Vi sono anche tracce bianche di magnesite e un chiodo dimenticato da qualche scalatore che si è allenato su questa traccia geologica.
Il masso è lì, deposto da una passata era di glaciazione; immobile è una sentinella sull'infinito.
Mi siedo e appoggio la schiena contro di lui.
Chiudo gli occhi.
Onde di calore e di energia si sprigionano dalla pietra e rimbalzano sul mio corpo. Mi sento piccolo, fragile e nel contempo forte e possente.
Sento che il mio corpo è solo gravità, la mia anima è altra cosa. Una cosa in espansione, che si allarga a macchia d'olio e che ora comprende anche il masso, il prato verde che è attorno, la corolla d'alberi - un cerchio magico - che fanno da quinta al prato.
Una sensazione di infinito dilata il tempo e lo spazio. Una serie di immagini si formano nella mia mente.
Sembra che il mondo ruoti sotto di me. Mi accorgo di percepire un'intensa luce bianca, di essere sollevato da terra, di vedere sotto di me il pianeta Terra, ruotare lentamente su se stesso.
E' forse questo stato di cose il Nirvana?
- Blog di Rinaldo Ambrosia
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