Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Mar, 04/02/2014 - 08:50
“Non ci sono misteri… C’è soltanto l’insufficienza di dati o della mente”, e dopo aver battuto i pugni sulla scrivania, era uscito sbattendo la porta. Sì il capo era così. Si inalberava e improvvisamente si metteva a urlare, era il suo modo per scaricare la tensione. Eppure, lui aveva verificato il programma più volte. Era impossibile che ci fosse un baco. Ma dopo le prime schermate, il video si fermava su quella immagine, su quell'elenco di stringhe, di dati.
Da non crederci. Tutti programmatori dell'azienda avevano cercato di risolvere il problema, ma quel monolitico server sputava 28 stringhe e non una di più, e poi si arrestava, testardo come un mulo, su quella pagina.
Da non crederci. Tutti programmatori dell'azienda avevano cercato di risolvere il problema, ma quel monolitico server sputava 28 stringhe e non una di più, e poi si arrestava, testardo come un mulo, su quella pagina.
Dario, aveva passato l'intera notte davanti a quello schermo. Su un altro server aveva verificato il programma che rispondeva perfettamente. Alle cinque del mattino, si era alzato, e armato di cacciavite aveva seguito le connessione dei cablaggi, sino al server. Verificato la corretta rispondenza, aveva iniziato a smontare i pannelli del telaio.
Guardava con occhio attento ogni centimetro di quelle superfici, tra i componenti elettronici e i cavi d'interconnessione. Sembrava tutto a posto, stava per rimontare tutto, quando lo sguardo si fermò su una macchia di verde. Subito, confusa con il colore verde del circuito stampato, non si notava, ma quella dannata Cimice verde (Nezara viridula) era venuta a morire lì, proprio tra i piedini di un un circuito integrato. Spruzzandoli con quel suo liquido puzzolente.
Dario, sorridendo, mentre sostituiva la scheda, pensò alle parole del suo capo, davvero “ Non ci sono misteri... “ ma lui la pensava diversamente: Sì, ci sono molte, molte verità nascoste.
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