Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Lun, 27/01/2014 - 08:58
Avresti potuto dirmi che partivi per quel viaggio.
Ma tu non lo sapevi e nemmeno avresti potuto saperlo.
Ti hanno preso come tanti altri e il tempo ti è stato negato.
Il treno era blindato e la sofferenza gratuita ti aspettava già da quella prima notte.
E' sull' approssimare di quel cancello:
baracche e filo spinato, torrette e mitragliatrici, che i binari sono morti.
E nudo in quell'inferno attendevi l'alba tra quella neve e cenere
che cadeva leggera come farfalle, un volo d'anime.
Eppure quelli in divisa con i cani lupo erano il popolo di Goethe.
Ma le divise e i pazzi deformano al proprio volere gli uomini.
Il loro abbaiare rabbioso pressa le vittime nelle baracche.
Poche albe sono rimaste, e nel tempo negato, in quei campi, l'Uomo è morto.
Quelli con il gruppo sanguigno tatuato sotto l'ascella
e il teschio sul cappello si sono mossi.
Sentivi il rumore dei loro stivali.
Ma voglio pensare che i tuoi pensieri e le tue parole non siano
state disperse al vento, come per tutti quei nomi,
quelli passati per il camino, nell'inferno dei viventi.
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