Scritto da © Maria34 - Ven, 13/08/2010 - 00:40
Il sole è una palla immobile sospesa nel blu del cielo. La collina inizia là, oltre il terrazzo, di fronte, un fazzoletto azzurro specchia, tra le sue onde, un frammento di cielo.
Socchiudi gli occhi, rilassato sciogli il guinzaglio dei ricordi.
C'è il mare, il sole e tutt'attorno la Liguria.
Erano belle quelle estati a casa di amici, dove scendevi la collina, fiancheggiavi i resti delle mura romane dell'Aurelia, pedalando su una cigolante e rugginosa bicicletta sino alla Torretta, una spiaggia piena di ghiaia che si inseriva a fatica tra gli scogli e il mare. Ma il colori e gli odori della Liguria, misti a quelli della tua infanzia, erano tutti lì. Tra quelle fasce scure che correvano parallele attorno alla collina, ospitando ulivi, peschi e viti. Sotto il pergolato, il pozzo ombroso era un oasi di frescura tra la luce bianca del sole allo zenit che riscaldava le pietre del vecchio casolare e il suo frantoio. Erano pomeriggi estivi dove il tempo rallentava la sua corsa, dilatandosi sino quasi a fermarsi e tu sentivi i granelli di sabbia tra le lenzuola durante la siesta pomeridiana.
La sera poi, il vento trasportava il profumo di mare, mentre masticavi una fetta di salame con fave, accompagnata da un sorso asprigno del vino locale, ricavato da quelle poche vigne a gradoni che sgomitavano tra i muri a secco, terrapieni di generazioni passate, sottratti a fatica dalla collina e che si inerpicavano come una scalinata verso il cielo.
In spiaggia poi socchiudevi gli occhi, schermandoli dal sole e ascoltavi il ritmico respiro del mare. Le onde si alternavano infrangendosi sugli scogli, esplodendo in schizzi di spuma bianca che simili a tovaglioli, si raccoglievano attorno agli scogli. Osservavi le barche dei pescatori, li sentivi alla sera parlare tra di loro, del sudore della giornata trascorsa, del proprio lavoro.
- Il mare porta, il mare toglie. - diceva il Baccicin al tavolo dell'osteria.
- Tu l'hai visto il povero Stinin. L'han trovato due giorni dopo il nubifragio.-
- E belin in che stato che era!- Aveva fatto eco Dria, un vecchio pescatore tutto rughe e calli, mentre guardava Maria che risaliva il carrugio, dove l'età, il sole e i lunghi capelli striati di grigio avevano trasformato il suo viso in quello di una strega.
Gente che non era più tornata. Altri avevano mollato tutto ed erano andati a sputare i polmoni in fonderia. I più fortunati erano emigrati all'estero.
Tra quelle terre, con il passare del tempo, l'antica via del sale si era trasformata nella turistica via delle zimmer-rooms e le vanghe, le reti da pesca erano finite a far ragnatele in un angolo di cortile.
Poi l'estate improvvisamente finiva e si riprendeva il treno del ritorno. In città, la fabbrica riprendeva a pulsare, a martellare con i suoi ritmi e tu, microscopico granello di sabbia, ne facevi parte integrante.
Rinaldo Ambrosia
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